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Pesca: Graziano da Silva (Fao), Psma avvicina la fine di quella illegale

01 giugno 2017 | 12.01
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(Fotogramma)
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Vale 23 miliardi di dollari all'anno e rappresenta un'enorme minaccia al tentativo di rafforzare la pesca sostenibile negli oceani del mondo. Contro la pesca illegale la Fao ha promosso l'Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (Psma) per Prevenire, Dissuadere ed Eliminare la Pesca Illegale, Non Dichiarata e non Regolamentata (Iuu), trattato internazionale entrato in vigore nel giugno 2016.

Inizialmente sottoscritto da 29 Paesi e l'Unione Europea (che ha firmato come entità unica), l'accordo arriverà presto a contare un totale di 48 parti con Giappone e Montenegro che si uniranno dopo aver depositato i loro strumenti di adesione. Questo dà nuovo slancio al trattato, ha affermato il Direttore Generale della Fao José Graziano da Silva, che si è detto certo che presto nuovi Paesi seguiranno. Il trattato internazionale, volto a porre fine alla pesca illegale, fornisce al mondo "tutti gli strumenti necessari per raggiungere il nostro obiettivo".

Il trattato, promosso dalla Fao, limita l'accesso ai porti ai pescherecci che non rispettano una serie di regole, tra cui la prova che dispongano di licenze di esercizio adeguate e una trasparente lista delle specie e della quantità di pesci catturati. Il trattato è il coronamento di anni d'incontri diplomatici tesi a combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (Iuu), che ammonta a 26 milioni di tonnellate per un valore di 23 miliardi di dollari l'anno. Le parti che aderiscono al trattato attualmente rappresentano più di due terzi del commercio ittico mondiale.

La riunione di mercoledì scorso a Oslo, prima Riunione delle Parti, per delineare i dettagli dell'attuazione del Psma, è stata un'occasione per definire le rispettive responsabilità: dagli stati portuali, alle organizzazioni regionali per la gestione della pesca, agli organismi internazionali, inclusa la Fao. Tra i protocolli in esame figurano le misure per assicurare lo scambio e la divulgazione delle informazioni in modo adeguato e rapido, visto che i porti sono tenuti a segnalare eventuali violazioni sia ai Paesi di approdo, sia alle autorità regionali.

Non solo. Un gruppo di lavoro si incontrerà per stilare delle raccomandazioni per la messa in opera di sistemi di finanziamento adeguati ad assicurare che ogni firmatario, inclusi i piccoli Paesi insulari in via di sviluppo, situati in zone peschiere tra le più ambite al mondo, sia in grado di portare a termine i propri compiti. Il trattato stesso richiede ai firmatari di contribuire agli sforzi per la costruzione delle capacità necessarie perché l'accordo funzioni. "Questo è un momento cruciale", ha affermato Graziano da Silva, sottolineando che la stessa Fao ha già impegnato 1,5 milioni di dollari per sostenere tali sforzi.

Progettato per impedire che le imbarcazioni abbiano modo di scaricare il pescato illegale, il Psma è parte di uno sforzo globale per salvaguardare le risorse marine globali, ha affermato Graziano da Silva ricordando che dall'accordo deriveranno tutta una serie di benefici aggiuntivi, come una migliore sostenibilità della pesca marina e migliori condizioni di vita e di sicurezza alimentare per le comunità costiere. Si ridurranno le attività illecite spesso legate alla pesca illegale Iuu come la tratta dei lavoratori, gli abusi sul lavoro e la schiavitù. Il Psma rappresenta, infine, un grande contributo verso il raggiungimento dell'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 14, che richiede esplicitamente la fine della pesca illegale Iuu entro il 2020.

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