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Italia a secco, allarme in 3 regioni: agricoltura in ginocchio

23 giugno 2017 | 14.09
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Il Po in secca nel Mantovano (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Il Po in secca nel Mantovano (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

In Italia è sos acqua. La siccità e il caldo record che stanno colpendo il Paese sono i sintomi di un clima che sta cambiando e il bollettino che si registra lungo tutta la Penisola è davvero preoccupante: tre regioni in codice rosso (Sardegna, Emilia Romagna e Toscana hanno dichiarato lo stato di emergenza per siccità), massima allerta in tutte le altre regioni e poi fiumi e laghi quasi a secco con il Piave e il Lago di Bracciano in forte sofferenza.

L’agricoltura, uno dei settori chiave della Penisola, è in ginocchio e intanto sale l'allerta per il rischio incendi, spesso causati anche per mano dolosa. Nel 2016 su 47.926 ettari di superfici andate in fumo ben 27.728 ettari di territorio sono bruciati a causa di roghi dolosi: circa il 60%. Al problema dei cambiamenti climatici e dell’emergenza siccità, si aggiunge quello del sistema idrico, tra gli elevati consumi in particolare del settore agricolo, una rete di captazione, adduzione e distribuzione che fa letteralmente acqua da tutte le parti , la mancata messa in pratica del riutilizzo delle acque reflue depurate.

In Emilia Romagna solo nel mese di maggio si sono registrate massime di temperatura con oltre 30 °C, con picchi oltre i 33 °C, rispetto ai 25 attesi. I territori più colpiti sono quelli tra Parma, Piacenza e le prime colline bolognesi. I grandi invasi dell’area ovest della regione, ossia le dighe piacentine di Molato e Mignano, sono ai minimi storici di capacità d’invaso. In Veneto tra fine 2016 e inizio 2017 le precipitazioni sono in calo del 97% rispetto alla media, mai così basse in 20 anni soprattutto in montagna e le conseguenze si vedono anche su corsi d’acqua piccoli e grandi.

Il risultato è una crisi idrica dalla Lombardia all’Emilia fino in Veneto dove è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale e l’Alto Adige ha deciso di svuotare parzialmente i bacini di raccolta delle dighe idroelettriche per aumentare la portata dell’Adige. Le situazioni di siccità sono destinate ad aumentare anche a causa della progressiva riduzione della massa glaciale alpina.

Tra i fiumi quasi a secco c’è il Piave. Il fiume simbolo del Veneto, sempre più spesso ridotto a un ruscelletto, è tra i fiumi più sfruttati e artificializzati d’Europa. Nell’area montana, appena il 5% degli affluenti è ancora allo stato naturale, il rimanente 95% è già utilizzato a fini idroelettrici. A causa dei prelievi eccessivi e della carenza idrica, il fiume è regolarmente soggetto a magre e secche sempre più accentuate, oltre che nel periodo estivo (quando la richiesta per l’utilizzo in agricoltura è maggiore), anche per lunghe fasi nelle stagioni primaverile e autunnale.

Tra i laghi in sofferenza, è Sos per il lago di Bracciano, la riserva idrica di acqua potabile per Roma e alcuni comuni limitrofi. Le scarse piogge hanno determinato un abbassamento dei livelli del lago più spinto rispetto alle oscillazioni già osservate in passato. A causa delle poche precipitazioni, inoltre, i due grandi acquedotti che portano acqua a Roma, il Peschiera da Rieti e l’Acquamarcia dai Simbruini, sono sotto la soglia di portata per servire la Capitale.

Per questo motivo Acea da dicembre 2016 capta fino a 2500 litri al secondo proprio dal Lago di Bracciano per garantire acque nelle case dei romani. A dispetto di questo, si è ancora fermi con la rigenerazione degli impianti: i dati del rapporto di Legambiente "Ecosistema Urbano 2016" parlando di una dispersione idrica degli acquedotti della provincia di Roma del 44%.

A fronte di questa situazione, Legambiente ribadisce l’urgenza di avviare i piani nazionali di adattamento al clima e di incentivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa idrica, che da una parte riduca la domanda e i consumi e dall’altra incrementi l’efficienza degli usi, per evitare, anche in risposta ai mutamenti climatici in atto, fenomeni di crisi per il paese.

A questo riguardo l’associazione ambientalista sintetizza in un vademecum quelli che a suo avviso sono gli interventi prioritari da adottare per evitare sprechi e dispersione idrica, a partire dalla riconversione dei sistemi di irrigazione dei terreni, dall’ammodernamento degli acquedotti, incentivando il riutilizzo delle acque reflue, prevedendo più controlli e un sistema di premialità e sanzioni senza dimenticare che la sfida del risparmio idrico passa anche per i regolamenti edilizi.

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