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Agricoltura: dallo Zambia il 'Field Report' ai leader mondiali

20 settembre 2017 | 15.23
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Agricoltura: dallo Zambia il 'Field Report' ai leader mondiali

Gli agricoltori di un piccolo villaggio nello Zambia settentrionale, in collaborazione con il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) lanciano un messaggio ai leader mondiali che questa settimana sono riuniti a New York: pensare a maggiori investimenti nell’agricoltura per porre fine a povertà e fame entro il 2030.

Sedici agricoltori di Kasama hanno deciso di scrivere questo messaggio direttamente sulla terra che coltivano, producendo un gigantesco “Field Report” (“rapporto sul campo”), completo di grafici e dati, per spiegare la reale importanza di investimenti a lungo termine a sostegno della piccola agricoltura.

“Il rapporto, stilato direttamente sulla terra, dimostra l’importanza degli investimenti per lo sviluppo agricolo - dichiara Gilbert F. Houngbo, Presidente dell’Ifad - Sappiamo che l’agricoltura ha un potenziale enorme nella lotta contro la povertà e la fame: contribuisce a generare comunità auto sostenibili e aumenta in modo sensibile la quantità di cibo disponibile, necessario per una popolazione in costante aumento".

Il messaggio degli agricoltori di Kasama giunge in un momento decisivo. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, stilato in collaborazione con l’Ifad e pubblicato la scorsa settimana, il numero degli esseri umani sottonutriti a livello globale è tornato ad aumentare: nel 2016, il problema ha investito 815 milioni di persone, pari all’11% della popolazione mondiale.

Inoltre, varie forme di malnutrizione mettono a repentaglio la salute di milioni di persone. In Africa, si concentrano 243 milioni di sottonutriti. Nella regione, l’insicurezza alimentare è stata esacerbata da violenti conflitti ed eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici. A Kasama, gli agricoltori hanno dovuto far fronte a temporali improvvisi e terreni impoveriti.

“Siamo stati colpiti da una forte siccità e non c’era abbastanza acqua per i campi. Il raccolto è stato molto scarso e c’era penuria di cibo - racconta Augustine Chilumba, 60 anni, coltivatore di legumi e mais, che ha contribuito al progetto - Gli agricoltori africani hanno bisogno di un sostegno maggiore: ci servono aratri, fertilizzanti e sementi di buona qualità".

Il “Field Report” fa parte di una campagna di sensibilizzazione globale più ampia, lanciata oggi dall’Ifad, che pone l’accento sull’importanza dello sviluppo agricolo a lungo termine per contrastare la povertà, costruire solide economie locali, frenare i processi migratori e assicurarsi che la crescente popolazione mondiale abbia cibo a sufficienza.

I contenuti del “Field Report” sono visibili grazie alle riprese aeree effettuate dall’Ifad. Un grande grafico a torta scavato direttamente nel terreno dimostra come l’Africa disponga del 25% dei terreni coltivabili a livello mondiale, ma produca solo il 10% dei prodotti agricoli. Il continente africano spende 35 miliardi di dollari in importazioni di cibo ogni anno, ma potrebbe essere auto sostenibile, se il denaro fosse investito per sostenere la piccola agricoltura e le infrastrutture rurali.

Un grafico a barre realizzato con il fogliame locale, invece, illustra il tasso di crescita delle popolazioni in zone urbane. Ogni anno, in Africa, sempre più persone decidono di abbandonare le zone rurali. Molti sono giovani che sperano di trovare lavoro nelle città o all’estero. Entro il 2030, il 50% della popolazione sarà concentrato nelle città. Investire nello sviluppo agricolo significa creare opportunità concrete per i giovani africani (dai 12 ai 18 milioni) che ogni anno si immettono nel mercato del lavoro.

Un grafico a linee, alla base del campo, evidenzia il tasso costante di crescita della popolazione mondiale, che dovrebbe raggiungere i 10 miliardi entro il 2050. Ci saranno 2 miliardi di bocche in più da sfamare, quindi la produzione agricola deve quanto meno raddoppiare.

L’ultimo fotogramma rivela un gigantesco “11”: nell’Africa Sub-Sahariana, la crescita nel settore agricolo potrebbe essere 11 volte più efficace nel contrastare la povertà estrema rispetto a qualunque altra attività. Investire di più nell’agricoltura significa aiutare milioni di persone a uscire dalla povertà e nutrire adeguatamente 815 milioni di persone, che oggi sono sottonutrite.

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