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Rifiuti: Italia leader Ue per riciclo, 76,9% contro media del 37%

09 ottobre 2017 | 11.58
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(Fotolia)
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L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, industriali, etc.). Con il 76,9% di rifiuti avviati a riciclo presenta una incidenza più che doppia rispetto alla media europea (solo il 37%) e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei: la Francia è al 54%, il Regno Unito al 44%, la Germania al 43%. A rilevarlo, i dati più recenti di Eurostat.

In termini quantitativi, la quantità riciclata netta (che include import-export di rifiuti e cascami) dell’Italia, pari a 56,4 milioni di tonnellate, è inferiore solo al valore della Germania (72,4 milioni di tonnellate). I flussi più rilevanti per l’Italia sono rappresentati dai cosiddetti riciclabili tradizionali (carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili) che sommano a 26 milioni di tonnellate e ai rifiuti misti avviati a selezione (circa 14 milioni di tonnellate) oltre ai rifiuti organici e verdi (circa 6 milioni di tonnellate) e ai rifiuti chimici (1,7 milioni).

In sintesi, sia sotto il profilo della quantità di materia avviata a riciclo, che sotto il profilo del valore economico dell’intera filiera del riciclo (dalla raccolta alla produzione industriale di nuovi manufatti) l’Italia rappresenta un caso di eccellenza e il principale player europeo del settore.

L’Italia è infatti anche il secondo Paese europeo, dopo la Germania, in termini di fatturato e di addetti nel settore della preparazione al riciclo, uno degli anelli cruciali della intera filiera industriale del recupero di materia.

Queste e molte altre informazioni verranno riportate dallo studio che Duccio Bianchi di Ambiente Italia sta redigendo per il Gruppo di Lavoro Recupero e Riciclo di Kyoto Club, con il supporto di Gruppo Cap, Cial, Comieco, Conai, Corepla, Ricrea: nel rapporto verranno evidenziati la molteplicità delle fonti di raccolta (dai rifiuti urbani, ai rifiuti di lavorazione industriale, ai rifiuti di rottamazione e smantellamento), la diversità delle lavorazioni industriali di preparazione al riciclo (dalle selezione dei polimeri, alla pulizia dei flussi, alla creazione di miscele di fusione o di produzione), la molteplicità di prodotti e linee produttive basate integralmente o parzialmente sui materiali di riciclo.

E verranno descritte l’efficienza ambientale (in termini soprattutto di materia e di Co2 associata), l’efficienza economica ed occupazionale della filiera dell’economia circolare. La pubblicazione dello studio è prevista per i prossimi mesi.

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