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Alimentazione: Oxfam, in Ciad 335mila persone senza cibo

16 ottobre 2017 | 16.40
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Ousma Yassim, arrastra un bidón con agua en el asentameinto de Manara. - (Pablo Tosco/Oxfam Intermón)
Ousma Yassim, arrastra un bidón con agua en el asentameinto de Manara. - (Pablo Tosco/Oxfam Intermón)

Oltre 335.000 persone continuano a soffrire la fame nella regione del Lago Ciad, un’area enorme che comprende Paesi come Nigeria, Niger, Camerun e Ciad, dove a disposizione della popolazione ci sono soltanto 10 medici. Più di 200mila i bambini malnutriti. E dei 121 milioni di dollari richiesti per far fronte a questa immane crisi, ne sono arrivati dalla comunità internazionale solo 40. La denuncia, nella Giornata mondiale dell’alimentazione, arriva da Oxfam che parla di "una delle più gravi catastrofi umanitarie che il mondo stia affrontando oggi".

"Qui le comunità potevano provvedere a sé stesse, fino a non molto tempo fa. Ora - spiega Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia - il conflitto innescato da Boko Haram e la strategia militare dei governi costringe alla fuga. Centinaia di migliaia di persone sono costrette ad abbandonare la propria terra per salvarsi da violenze e soprusi di ogni tipo". Decine di migliaia di persone nella Regione del Lago Ciad hanno trovato rifugio in campi profughi e adesso dipendono totalmente dagli aiuti, che però rimangono insufficienti: l’appello di 121 milioni di dollari è coperto solo al 32%.

In termini di benessere il Ciad si trova al 186esimo posto su 188 Paesi, l’intera area del Lago Ciad è tra le più povere del mondo; l’analfabetismo è ancora molto diffuso e il tasso di scolarizzazione solo al 37%. Meno di 5 persone su 10 hanno accesso all’acqua pulita. Come se ciò non bastasse, il Ciad si trova pure a fronteggiare una crisi migratoria regionale, ospitando rifugiati da Sudan e Repubblica Centrafricana.

Nella regione le comunità vivono in condizioni di insicurezza assoluta e le strategie militari dei governi impediscono di fatto qualunque attività lavorativa: impossibile tornare a coltivare la terra, pescare, vendere nei mercati.

Di fronte a questo drammatico status quo, Oxfam chiede al Governo del Ciad di garantire l’incolumità della popolazione e favorire il ritorno ad attività economiche, vitali per sopravvivere. E ai donatori internazionali chiede di finanziare immediatamente il Piano di Risposta umanitaria per il 2017.

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