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Inquinamento

Stress e insonnia? Potrebbe essere colpa del rumore (e dei vicini)

16 ottobre 2017 | 17.42
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(Fotolia)
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Decibel nemici dell'uomo. Bombardano le orecchie degli abitanti delle grandi città, dove la soglia dannosa dei 75 decibel viene costantemente raggiunta. E se di giorno rendono difficile la concentrazione, di notte disturbano il sonno e diventano motivo di stress e di malattie. Ma l’universo del rumore, subdolo abitante delle nostre vite, è complesso.

Se il traffico resta la principale fonte fisica d’inquinamento acustico, provocando da solo più del 50% dei decibel a cui siamo quotidianamente esposti, a risultare più fastidiosi e dannosi sono tutta quella miriade di suoni non graditi, che incrementano il rumore di fondo, presente mediamente per il 95% del tempo nelle nostre orecchie, notte e giorno, prodotti dall’ambiente circostante delle nostre case o delle case dei vicini.

Secondo un’indagine di EuroAcustici, traffico a parte i rumori che interferiscono con l’ambiente di vita sono le vere e principali fonti di disturbo e del superamento dei limiti della “normale tollerabilità” e causano stress e malattie. Per un italiano su tre, infatti, sono i vicini che, per mancato isolamento acustico delle abitazioni, provocano i rumori più sgraditi.

Al secondo posto tra i decibel più sgraditi, per un italiano su quattro, ci sono la televisione, la radio, il vociare, il calpestio coi tacchi dei (ancora) vicini di casa. Poi, le attività industriali e artigianali (le più sgradite secondo il 18,5% del campione) seguite dal traffico, l’inquinamento fisico peggiore per le nostre orecchie ma ritenuto il più fastidioso dal 18,8% degli abitanti.

Non sono solo i decibel e la durata del rumore il problema – spiega il Mario Mattia, presidente di EuroAcustici - ma anche la propensione del soggetto all’ascolto. Quindi, la musica ad alto volume (110 decibel) nelle orecchie di un ragazzo appassionato di rock, con esposizione limitata nel tempo, non è dannosa, ma può essere positiva e terapeutica, mentre risulta intollerabile e stressante per chi, in quel momento, vuole riposare o in ogni caso la subisce senza possibilità di controllo".

In altre parole, può essere più stressante una goccia d’acqua nel lavandino o la televisione del vicino, cioè suoni di basso livello, ripetuti e non graditi, che una serata in discoteca.

Ma questo tappeto sonoro in cui siamo immersi e da cui cerchiamo di difenderci distogliendovi l’attenzione, andrebbe invece focalizzato, visto che le conseguenze sulla nostra salute possono essere importanti. Stress e disturbi del sonno sono di solito i primi sintomi di un’esposizione patologica al rumore da cui derivano aggressività e varie patologie non solo psichiche. A lungo andare si possono riscontrare forti interazioni con il sistema endocrino, l’apparato cardiovascolare, quello gastrointestinale, respiratorio e riproduttivo, anche con gravi disturbi idiopatici.

La legislazione italiana in materia è all’avanguardia, ma viene costantemente disattesa, perché la conosciamo poco. Per quanto riguarda l’edilizia, ad esempio, un isolamento acustico che non risponde ai requisiti previsti dalla legge viene risarcito con una cifra compresa tra il 20% e il 30% del valore dell’immobile, perché viene ritenuto danno non sanabile. È per questo che è importante chiarire cosa deve fare un cittadino quando non sopporta più l’inquinamento acustico o vibratorio.

“Per prima cosa – spiega Mario Mattia – deve cercare di risolvere bonariamente il problema con chi inquina con un risanamento, se fattibile. Ma se non si risolve in questo modo, basta richiedere una perizia fonometrica ad un qualificato e competente Consulente Tecnico esperto in acustica. In caso di irregolarità nei requisiti acustici passivi, la procedura legale che segue è di carattere tecnico ed è piuttosto veloce”.

A questi temi è dedicato il convegno “L’inquinamento acustico” promosso da EuroAcustici in collaborazione con il Dipartimento di Architettura che si terrà il 20 ottobre presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Roma Tre. Un confronto tra esperti, soggetti istituzionali e amministrazioni interessate per proporre una linea guida politica e sinergica alla ricerca di soluzioni tecniche, organizzative e legislative.

“La giornata di lavori vuole essere l'occasione di un confronto aperto non solo con specialisti in acustica – continua il presidente di EuroAcustici - ma anche con cittadini, consulenti tecnici, avvocati, medici, pubbliche amministrazioni, per approfondire le problematiche, per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema pressoché sconosciuto dai più, di cui si sottovalutano gli effetti sulla salute, e spesso non si conoscono i rimedi e gli strumenti di tutela a cui si può ricorrere per prevenire questi problemi”.

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