Non solo aria: la concentrazione di microinquinanti risulta in crescita anche al suolo con un aumento delle particelle rilasciate dalle emissioni dei veicoli nei suoli di Roma, a 20 anni dall’introduzione delle marmitte catalitiche.
Se da un lato questi dispositivi hanno eliminato il piombo dalle emissioni, dall’altro si è registrato un incremento costante di nuovi microinquinanti, in particolare delle cosiddette 'terre rare', di cui è solitamente composto il rivestimento delle marmitte, e di metalli pesanti come platino e palladio, utilizzati nei catalizzatori per accelerare le reazioni chimiche.
A rivelarlo è uno studio sull’inquinamento urbano condotto dall’Enea in collaborazione con l’Università di Novi Sad (Serbia), il progetto Urbesoil che ha evidenziato.
“Oltre alla distribuzione degli elementi chimici - sottolinea Massimo Angelone dell’Enea - le nostre indagini hanno riguardato la mobilità degli inquinanti dal suolo o dalla pavimentazione stradale. Per comprendere le dinamiche ambientali e individuare misure più adatte per il controllo e la riduzione dell’inquinamento, questi studi sulla mobilità rappresentano uno strumento fondamentale che purtroppo non è stato ancora preso in considerazione dalla legislazione ambientale vigente”.
La soluzione? Basterebbe lavare strade e tombini. Il progetto Urbesoil ha infatti posto l’accento anche sull’importanza dell’adozione di misure preventive, in particolare in assenza di precipitazioni come in questo periodo. “Con semplici interventi di lavaggio delle strade e di pulizia dei tombini – aggiunge Massimo Angelone - potremmo ridurre gli inquinanti al suolo e la loro mobilità nell’aria, rendendo più efficaci i piani anti-inquinamento".