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Se le foreste smettono di cantare

21 marzo 2018 | 10.06
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(Javan Green Magpie, foto Eaza)
(Javan Green Magpie, foto Eaza)

Le foreste asiatiche potrebbero smettere di 'cantare'. Colpa dei “bird markets”, i mercati del Sud-est Asiatico in cui si vendono gli uccelli canori, acquistati per diventare animali domestici, partecipare a gare di canto, perché sono uno status symbol o per essere utilizzati come medicina tradizionale o cibo. E se nessuno li compra, non sopravvivono nelle gabbiette che per pochi giorni.

E' così che in pochi anni questi uccelli sono stati confinati sull’orlo dell’estinzione, strappati dal proprio habitat per essere commercializzati sui mercati illegali delle specie esotiche, a decine di migliaia ogni giorno.

Sei le specie simbolo dei piccoli uccelli canori del Sud-est Asiatico a rischio estinzione, tra cui lo storno di Bali di cui, allo stato selvatico, non restano che 50 esemplari che sopravvivono grazie a continue reintroduzioni da parte di centri di conservazione; il merlo parlante maggiore, con 100 esemplari su un’isola a occidente di Sumatra e la gazza verde coda corta, con meno di 250 sull’isola di Giava.

Hot spot di questo fenomeno è l’Indonesia, che da sola ospita il più alto numero di specie di uccelli di tutta l’Asia ma anche il più alto numero di specie minacciate di estinzione (131), seconda solo al Brasile (164). Secondo i dati contenuti nello studio “In the market for extinction”di Traffic, la rete di monitoraggio del commercio illegale di fauna selvatica di Iucn e Wwf, in soli 3 giorni a Giacarta sono stati contati 19mila uccelli in tre mercati della zona. Appartenevano a 260 specie e il 98% di queste erano originarie dell'Indonesia, raccolte al di fuori delle quote concesse o in violazione diretta delle leggi che le proteggono.

“La nostra conoscenza sullo stato delle popolazioni selvatiche procede più lentamente di quanto le specie vadano incontro all’estinzione. Inoltre, solo un piccolo numero di specie risulta protetto e comunque, non con misure adeguate. Se questo andamento non si fermerà, ascolteremo in tutto il Mondo il silenzio assordante delle foreste asiatiche”, spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva che in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste indetta dalla Nazioni Unite celebra la campagna “Silent Forest” dell’Associazione Europea degli Zoo e degli Acquari.

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