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Allarme fame acuta

22 marzo 2018 | 12.32
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(Fotolia)
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Circa 124 milioni di persone in 51 Paesi sono stati colpite da una grave insicurezza alimentare nel 2017, 11 milioni in più rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge dalla nuova edizione del Rapporto Globale sulle Crisi Alimentari che lancia oggi lancia l'allarme sui livelli crescenti di fame acuta.

Il rapporto definisce 'insicurezza alimentare acuta' un livello di fame tanto severo da rappresentare una minaccia diretta alla vita o ai mezzi di sostentamento delle persone. Il peggioramento della situazione è ascrivibile in larga misura allo scoppio o all'acuirsi di conflitti e instabilità in Paesi come il Myanmar, la Nigeria nord-orientale, la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan e lo Yemen. Condizioni prolungate di siccità hanno invece causato il susseguirsi di scarsi raccolti in Paesi già colpiti da alti livelli di insicurezza alimentare e malnutrizione in Africa orientale e meridionale.

Prodotto ogni anno da un gruppo di partner umanitari internazionali (Igad, Cilss, Ue, Fao, Ipc, Ifpri, Fews Net, the Global Food Security Cluster, Sica, Unicef, Ocha, Wfp), il rapporto è stato presentato da rappresentanti dell'Unione Europea, dell'Agenzia delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) e del World Food Programme (Wfp).

Il rapporto sottolinea come le crisi alimentari siano sempre più determinate da cause complesse e che spesso agiscono in contemporanea, quali conflitti, shock climatici estremi, prezzi alti degli alimenti di base.

Le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 Paesi, 15 dei quali in Africa e Medio Oriente. Sono i conflitti la causa principale della maggior parte dei casi di insicurezza alimentare acuta nel mondo, rappresentando il 60% del totale, 74 milioni di persone. I disastri climatici, soprattutto la siccità, hanno provocato crisi alimentari in 23 Paesi, due terzi dei quali in Africa, gettando nell'insicurezza alimentare grave 39 milioni di persone.

Secondo il rapporto, nel 2018 i conflitti continueranno a causare crisi alimentari in Paesi come l'Afghanistan, la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo, il Nord Est della Nigeria, la regione del Lago Chad, il Sud Sudan, la Siria, lo Yemen oltre alla Libia e il Sahel centrale (Mali e Niger). Lo Yemen rimarrà probabilmente il Paese con la crisi alimentare più grave al mondo.

Uguali sono le previsioni per l'impatto di condizioni climatiche particolarmente secche sui raccolti e sulla produzione animale, che inaspriranno l'insicurezza alimentare in zone pastorali della Somalia, dell'Etiopia sud-orientale, del Kenya orientale, in Africa Occidentale e nel Sahel, inclusi Senegal, Chad, Niger, Mali, Mauritania e Burkina Faso.

"Rapporti come questi ci forniscono dati e analisi fondamentali per meglio comprendere la sfida - osserva il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres - Sta a noi ora agire per rispondere ai bisogni di chi affronta ogni giorno la maledizione della fame e per affrontarne le cause alla radice".

"Se vogliamo raggiungere Fame Zero dobbiamo riconoscere il rapporto tra fame e conflitti. Investire nella sicurezza alimentare e nei mezzi di sussistenza in situazioni di conflitto salva vite, rafforza la resilienza e può contribuire a sostenere la pace", avverte il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva.

L''insicurezza alimentare acuta' si verifica quando l'impossibilità di consumare cibo adeguato mette direttamente in pericolo le vite e i mezzi di sostentamento delle persone. E' un valore basato su scale di misurazione riconosciute a livello internazionale quali l'Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) e il Cadre Harmonisé (Ch). Corrisponde ai valori di fame Ipc da 3 a salire (Ipc 3 - Crisi; Ipc 4 - Emergenza; Ipc 5 Catastrofe/Carestia). Il livello 5 rappresenta il livello più grave di crisi alimentare acuta e protratta.

Per 'fame cronica' si intende una situazione nella quale una persona non è in grado di consumare cibo sufficiente a mantenere uno stile di vita normale e attivo per un periodo prolungato. Ogni anno l'Onu aggiorna il numero delle persone che soffrono di fame cronica. L'ultimo rapporto (ottobre 2017) stima 815 milioni di persone al mondo che soffrono la fame cronica.

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