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La plastica, da nemico ad alleato

17 aprile 2018 | 18.18
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(Corepla)
(Corepla)

La plastica, da grande nemico dell'ambiente ad alleato per la conquista di benessere e qualità della vita. Un'evoluzione apparentemente in controtendenza, ma che trova nel riciclo e nell'economia circolare la sua chiave. Se ne è parlato a Milano, in un workshop organizzato da Corepla in occasione dell'avvio della Milano Design Week. "Dire plastica per molto tempo significava dire materiale inquinante e contrario a una visione eco integralista", spiega il sociologo Francesco Morace, presidente del Future Concept Lab. Un po' "come dire che l'inquinamento sia colpa dei materiali e non dei comportamenti quotidiani sbagliati". Negli ultimi anni, pero, "l'Italia ha imboccato una storia virtuosa nella raccolta differenziata e nel riciclo e la plastica si è rigenerata, imboccando un percorso di cambiamento profondo, destinato a segnare il futuro, nel rispetto dell'ambiente e della salute".

Durante il dibattito, al quale hanno preso parte anche il presidente di Corepla Antonello Ciotti e il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii, sono stati presentati i risultati di una ricerca che fotografa la percezione che gli italiani hanno della plastica e del ruolo che la plastica ha in ambiti decisivi.

Dall’indagine, realizzata dal Censis su un campione nazionale rappresentativo di mille cittadini, emerge che per il 96,6% degli italiani la plastica è fondamentale almeno in un ambito della propria vita quotidiana. La quota sale al 98,6% tra i millennials, mentre arriva al 97,3% tra i laureati. Per la metà degli italiani (il 46,5%) il suo impiego è insostituibile per gli imballaggi in generale, perché la valutano come indispensabile per il trattamento, stoccaggio, trasporto, protezione e conservazione dei prodotti. Mentre per il 29,2% la plastica è fondamentale nell’high tech perché rende i dispositivi tecnologici più leggeri, colorati, con un design attraente e a basso impatto energetico. Da segnalare anche la sanità, indicata dal 27,1% degli intervistati ambito nel quale la plastica garantisce livelli di eccellenza nelle prestazioni.

"Se ascoltiamo le tante voci che si accavallano nell'arena pubblica - osserva Valerii - oggi associamo alla plastica soprattutto degli anatemi ideologici; questa ricerca, però, sfata molti luoghi comuni e ci dice che la realtà è un'altra". Perché "soltanto il 3% degli italiani eliminerebbe la plastica del tutto, al contrario del 97% che la ritiene fondamentale o indispensabile almeno in un ambito della propria vita quotidiana". Dunque "emerge, da parte degli italiani, un grande pragmatismo, molto consapevole e intelligente, non vittima di diktat ideologici". E "viene riconosciuto il primato del valore d'uso della plastica, ritenuta utile, versatile e riciclabile". In altre parole, "la plastica non è di per sé un materiale negativo, se non nel momento in cui non viene avviata alla filiera del riciclo e del riutilizzo".

Per Ciotti è però imprescindibile l'impegno da parte di tutti: "l'economia circolare accade perché tutti fanno qualcosa di differente, da chi disegna l'imballaggio a chi lo riempie, fino al cittadino che deve avviarlo a raccolta differenziata". Quindi "è una responsabilità condivisa, tant'è vero che si parla di responsabilità estesa del consumatore". I consumatori, però, "devono anche essere favoriti dalle amministrazioni locali", le quali devono avviare politiche volte ad incrementare la raccolta della plastica differenziata. Per spiegare in termini pratici che cosa vuol dire avviare misure utili, "basti pensare alla Campania, che ha portato l'indice di riciclo ai livelli Lombardia perché alcune delle amministrazioni locali hanno agito in tal senso"; per cui "quando le amministrazioni si muovono, i cittadini rispondono. E questo è molto importante".

Nuove opportunità di lavoro dalla raccolta della plastica. Antonello Ciotti, spiega all'Adnkronos che "il sistema Corepla, che include vari attori dai selezionatori ai riciclatori a chi fa la raccolta, genera un indotto che in Italia occupa circa 6mila persone"; si tratta di "nuove professionalità, che sono nate negli ultimi 20 anni".

E dunque "dal momento che dobbiamo raddoppiare gli indici di riciclo attuali, possiamo prevedere altri 6mila posti di lavoro che - conclude il presidente del consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, - deriveranno da una corretta gestione dei rifiuti".

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