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Clima: Enea, sette nuove aree costiere a rischio inondazione in Italia

05 luglio 2018 | 12.54
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Clima: Enea, sette nuove aree costiere a rischio inondazione in Italia

Negli ultimi 200 anni il livello medio degli oceani è aumentato a ritmi più rapidi rispetto agli ultimi 3mila anni, con un’accelerazione allarmante pari a 3,4 mm l’anno anno solo negli ultimi due decenni. Senza un drastico cambio di rotta nelle emissioni dei gas a effetto serra, l’aumento atteso del livello del mare entro il 2100 modificherà irreversibilmente la morfologia attuale del territorio italiano, con una previsione di allagamento fino a 5.500 kmq di pianura costiera. A lanciare l'allarme è l'Enea che ha individuato sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione per l’innalzamento del Mar Mediterraneo.

Nell'Italia continentale sono state individuate quattro località, tutte sul versante adriatico: tre in Abruzzo (Pescara, Martinsicuro in provincia di Teramo e Fossacesia in provincia di Chieti) e una in Puglia (Lesina in provincia di Foggia) con previsione di arretramento delle spiagge e delle aree agricole. Le altre tre zone individuate sono tutte sulle isole con differenti estensioni a rischio: dai 6 kmq di perdita di territorio a Granelli (Siracusa), ai circa 2 kmq di Valledoria (Sassari), fino a qualche centinaio di mq a Marina di Campo sull’Isola d’Elba (Livorno).

Le sette aree vanno ad aggiungersi a quelle già individuate

La mappatura delle sette nuove aree costiere italiane a rischio inondazione va ad aggiungersi a quelle già individuate dall’Enea nell’area costiera dell’alto Adriatico compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, nel golfo di Taranto e nelle piane di Oristano e Cagliari. Ma altri tratti di costa a rischio sono stati rilevati in Toscana (Versilia), nel Lazio (Fiumicino, Fondi e altre zone dell’Agro pontino), in Campania (piane del Sele e del Volturno) e in Sicilia (aree costiere di Catania e delle isole Eolie).

Finora, le proiezioni di aumento del livello del mare si sono basate su dati dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, la maggiore istituzione mondiale per il clima) che stimano l’innalzamento globale delle acque marine fino a quasi 1 metro al 2100. "Ma questi dati difettano di dettagli regionali - dice il climatologo Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio di Modellistica climatica e impatti dell’Enea - per colmare questa lacuna stiamo realizzando un modello unico al mondo".

Un nuovo modello per le proiezioni di aumento del livello del mare

Il modello combina diversi fattori, come la fusione dei ghiacci terrestri, principalmente da Groenlandia e Antartide, l’espansione termica dei mari e degli oceani per l’innalzamento della temperatura del Pianeta, l’intensificarsi di fenomeni meteorologici estremi e dalle maree, ma anche l’isostasia e i movimenti tettonici verticali che caratterizzano l’Italia.

Il Mediterraneo, spiega Sannino, "ha caratteristiche del tutto particolari: prima di tutto assomiglia più a un lago che a un mare, in quanto bacino semichiuso ‘alimentato’ principalmente dall’Oceano Atlantico, attraverso le Stretto di Gibilterra, ma anche dal Mar Nero attraverso lo Stretto dei Dardanelli. Questo travaso di acque avviene perché l’Atlantico è più alto di 20 cm e il Mar Nero di 50 cm rispetto al Mediterraneo, il cui livello è comunque stimato in crescita nei prossimi anni per l’aumento delle temperature”.

Enea e Mit insieme, al lavoro sul clima grazie al supercalcolatore Cresco6

Queste nuove mappe di rischio allagamento sono state presentate in anteprima oggi a Roma durante il vertice organizzato dall’Enea su cambiamenti climatici e variazione del livello del Mediterraneo che riunisce fino a domani, per la prima volta in Italia, esperti italiani di organizzazioni nazionali e internazionali, tra le quali ministero dell’Ambiente, Mit di Boston, Cnr, Ispra, Ingv, Cmcc – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, oltre che Enea.

Un summit operativo che vede al centro la presentazione di un nuovo modello climatico, su cui i ricercatori dell’Enea, in collaborazione con il Mit di Boston e la comunità scientifica italiana, stanno lavorando grazie al supporto del supercalcolatore Cresco6 dell’Enea, che integra dati oceanografici, geologici e geofisici per previsioni di innalzamento del livello del Mediterraneo molto dettagliate e a breve termine.

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