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Sono le meduse il cibo del futuro: proteico e ricco di collagene

12 maggio 2014 | 17.04
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Sono le meduse il cibo del futuro: proteico e ricco di collagene

Ricche di proteine e collagene, profumate di mare, ottime marinate. Sono le meduse il cibo del futuro, perché se il sovrasfruttamento mette in crisi gli stock ittici, loro invece prolificano invadendo le spiagge. E allora perché non trasformare un problema in risorsa? L'idea è di Rosalba Giugni, presidente dell'associazione Marevivo che attraverso l'Adnkronos lancia un appello a tutti gli chef italiani: "mandateci una ricetta a base di medusa a marevivo@marevivo.it e trasformiamo uno scarto in risorsa. Aspettiamo le ricette per realizzare un e-book da distribuire nelle località costiere italiane e ai loro ristoratori".

La carenza di molte specie di pesce sta causando il prolificare delle meduse che si trovano a fronteggiare sempre meno predatori naturali (dai tonni alle tartarughe) e si moltiplicano senza ostacoli. Simbolo di cattive abitudini nella pesca e a tavola (le specie ittiche di interesse commerciale censite dal ministero delle Politiche Alimentari e Forestali sono 719 ma ne mangiano sì e no il 10%), le meduse sempre più numerose potrebbero diventare una risorsa alimentare da non trascurare. La Giugni le ha già provate, a Capri. In particolare, una pelagia noctiluca, pescata e mangiata in padella, aglio, olio e peperoncino.

La consistenza, simile a quella del polpo; l'intingolo saporito, come quello delle vongole. E commestibile, naturalmente, nonostante si tratti di una medusa orticante. Basta ripulire la medusa dai tentacoli e tenere il cappello, detto 'ombrella', del tutto innocuo. A confermarlo le analisi effettuate da Silvano Focardi, docente di ecologia dell'Università di Siena, che ha dato il via libera al consumo di medusa aggiungendo che si tratta di un alimento proteico e ricco di collagene.

Della medusa come alimento, l'associazione Marevivo aveva parlato già in occasione del progetto "La Tavola Blu" realizzato con il contributo del ministero dell'Ambiente e indirizzato agli istituti alberghieri di tutta Italia per diffondere una più efficace e corretta informazione sul mare e sulla sua vulnerabilità. "Nell'ambito del progetto, a Capri ho lanciato la sfida allo chef Gennaro Esposito e lui l'ha colta - racconta la Giugni - utilizzando meduse locali per la sua prima sperimentazione, il carpaccio di medusa noctiluca, marinata con zucchero, sale e basilico. Una ricetta che abbiamo portato anche a Slow Fish a Genova e poi a Eataly a Roma".

Ora questa piccola avventura ambisce a trasformare le abitudini alimentari degli italiani e a diventare un ricettario dedicato alla medusa "con l'obiettivo di contribuire a ricreare quell'equilibrio che gli uomini hanno fatto saltare: invece di buttarle via, le meduse possono diventare un piatto prelibato nutrendo gli uomini e tutelando il mare".

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