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Svolta green nelle scuole italiane, è boom di iscritti negli istituti agrari

04 giugno 2014 | 15.54
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E’ quanto emerge dal dossier “Lavorare e vivere green in Italia”, con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu

Svolta green nelle scuole italiane, è boom di iscritti negli istituti agrari

Svolta green nelle scuole italiane dove gli istituti agrari con un aumento record del 12 per cento sono quelli che fanno segnare il maggior incremento nel numero di iscrizioni per il 2015 ma tendenze positive si riscontrano per tutti gli indirizzi legati all’ambiente, all’alimentazione e al turismo. E’ quanto emerge dal dossier “Lavorare e vivere green in Italia”, con la top ten dei cibi che inquinano di più, elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e ai ministri dell’ambiente Gian Luca Galletti e dell’agricoltura Maurizio Martina. Nell’anno scolastico 2014/2015 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 264.541 giovani e tra questi ben il 24 per cento ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera, che complessivamente hanno registrato 63.719 nuovi iscritti contro i 60.017 dello scorso anno. Merito del boom fatto registrare dalle scuole tecniche di Agraria, agroalimentare e agroindustria, cresciute del 12 per cento per numero di studenti, ma sono in aumento anche i ragazzi che scelgono le scuole professionali per i servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (+8 per cento) e quelli che si indirizzano verso l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (+5 per cento).

Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento. Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixè secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixè diffuso in occasione della manifestazione di Firenze, alla domanda su quanto siano importanti i vari settori per l’economia italiana, turismo e agricoltura si piazzano al primo e secondo posto, rispettivamente con il 73 per cento e il 66 per cento delle preferenze, davanti ad artigianato (60 per cento), industria (53 per cento), servizi (49 per cento), commercio (47 per cento), mentre la finanza si colloca all’ultimo posto con il 24 per cento. E per oltre quattro italiani su dieci (il 42 per cento) l’importanza dell’agricoltura è destinata a crescere nei prossimi anni, contro un 38 per cento secondo cui resterà uguale e un 16 per cento che ritiene diminuirà. “I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che è “in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. “In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane - sottolinea il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni - l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.

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