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Alimenti: pizza napoletana patrimonio Unesco, la petizione sbarca a New York

20 gennaio 2015 | 11.46
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Pecoraro Scanio: "Il riconoscimento dell'arte della pizza napoletana da parte dell'Unesco proteggerà il prodotto e l'economia a esso associata dal fenomeno dell'italian sounding"

(Infophoto)
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La petizione per chiedere che l'arte della pizza napoletana sia patrimonio Unesco sbarca negli Stati Uniti. Dopo aver toccato città come Roma, Napoli, Milano e Londra, la raccolta firme lanciata su Change.org fa tappa oltreoceano a New York.

"Il riconoscimento dell'arte della pizza napoletana da parte dell'Unesco proteggerà il prodotto e l'economia a esso associata dal fenomeno dell'italian sounding. I prodotti di qualità inferiore che utilizzano nomi italiani minacciano l'economia del nostro Paese producendo danni che secondo le ultime stime Coldiretti costerebbero all'Italia 300mila posti di lavoro, con un fatturato del falso Made in Italy nel settore agroalimentare che ha già raggiunto i 60 miliardi di euro", ha sottolineato il presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente.

L'iniziativa #pizzaUnesco si terrà oggi presso Rossopomodoro in West Village alle 17 locali. A presentare la petizione e a chiedere che l'arte della pizza napoletana sia inserita nella 'Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità' saranno Pecoraro Scanio, il presidente di Rossopomodoro Franco Manna e l'amministratore delegato della società Simone Falco, Sergio Miccù, presidente dell'Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Antimo Caputo, amministratore delegato dell'Antico Molino Caputo, Salvatore Cuomo, chef e ristoratore, presidente della principale catena di pizzerie in Giappone.

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