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Alimenti: lavoratori salutisti in pausa pranzo, Italia fuori dal podio/ Focus

30 gennaio 2015 | 13.24
LETTURA: 4 minuti

Secondo il barometro Food 2014, promosso da Edenred, il 70% dei dipendenti europei sta attento alla qualità (VIDEO) . Se poi il pranzo si porta da casa per lo chef Alessandro Borghese va bene tutto purché si rispetti la regola del 'fai da te'. E per i più pigri, c'è anche chi il pranzo lo consegna in ufficio. La nostra alimentazione dagli anni 50 ad oggi /FOTO

(Infophoto)
(Infophoto)

Cibo sano e di stagione: i lavoratori si riscoprono salutisti in pausa pranzo. Ben il 70% dei dipendenti europei, infatti, a pranzo sta attento alle qualità nutrizionali del proprio pasto. I più virtuosi sono i francesi. L'Italia invece, contrariamente a quanto si pensa, è fuori dal podio. A tracciare il quadro delle abitudini alimentari dei lavoratori e sensibilità dei ristoratori sui cibi sani, è il barometro 'Food 2014', giunto alla sesta edizione promosso da Edenred e condotto su 7 Paesi europei (Belgio, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e Svezia).

“Quando un lavoratore italiano e europeo sceglie un ristorante all'ora di pranzo guarda innanzitutto alla rapidità del servizio. La sua scala di priorità, però, pian piano sta evolvendo e i consumatori dimostrano di dedicare sempre più attenzione alle qualità nutrizionali dell’offerta" spiega all'Adnkronos, Andrea Keller, amministratore delegato di Edenred Italia. In particolare, "l’aumento più sorprendente che abbiamo rilevato dal 2010 - spiega Keller- riguarda la preferenza di cibi salutari in pausa pranzo".

Dalle ultime rilevazioni è emerso che "il 70% dei lavoratori ritiene cruciale nella scelta di un ristorante la possibilità di trovare nei menù piatti con abbondanti dosi di verdure. Il 60% del campione, poi, si orienta verso locali dove servono cibi grigliati, cotti al vapore o al forno, mentre il 50% non rinuncerebbe al pane integrale e il 65% a cibi di stagione prodotti localmente". La domanda di un’alimentazione bilanciata è comunque confermata anche dai ristoratori che nell’ultimo anno registrano un aumento nella richiesta di cibi sani del 25%.

Il paese dove i lavoratori stanno più attenti alle qualità nutrizionali dei cibi è la Francia: "Più di un transalpino su due (62,9%), infatti, giudica questo criterio fondamentale nella scelta di un ristorante". In questa speciale classifica, sottolinea Keller, "l’Italia è fuori dal podio, preceduta da Belgio ( 53,1%), Spagna (39,8), Slovacchia (37,8). Nel Belpaese, tuttavia, più di un italiano su tre (32,6%) predilige una dieta sana e equilibrata in pausa pranzo e la percentuale sale al 64% se si sommano le risposte di chi giudica 'importante' e 'molto importante' che l’offerta risponda a standard nutrizionali di qualità".

Quanto a come trascorre la pausa pranzo, l'ad di Edenred rivela che un italiano su tre preferisce il ristorante, "meglio se vicino al proprio posto di lavoro (33,10%), e privilegia il menù classico. Spuntini e insalate, anche se frugali e veloci da consumare, non rappresentano la prima scelta dei nostri connazionali: entrambe le opzioni, infatti, non superano il 21% delle preferenze. Meno apprezzati, infine, i fast food, scelti solo dal 2,3% degli italiani". L’alimentazione comunque, "si conferma il benefit preferito dei dipendenti italiani. Col 35% di preferenze, i buoni pasto guidano, infatti, la classifica di ciò che i lavoratori chiedono alle aziende italiane in materia di welfare aziendale, secondo un’indagine commissionata da Edenred a Doxa nel 2013".

A pari merito in seconda posizione, conclude Keller, "gli italiani desiderano più investimenti nel telelavoro (33%) e una maggiore propensione ad un orario flessibile. Completano la classifica dei top benefit, in ordine di preferenza: assistenza medica (31%), trasporti da e per i luoghi di lavoro (27%), servizi navetta (24%), asilo-nido aziendale (24%), convenzioni con servizi alla persona (24%), assistenza/pratiche dall'avvocato, dal commercialista, ecc (21%), corsi culturali, linguistici, ecc. per i familiari dei dipendenti (20%), vacanze per i figli (19%)".

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