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Alimenti: è di Lecco il miglior 'Agri Yogurt' nazionale

02 novembre 2015 | 14.20
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E' Lecco la patria del migliore yogurt artigianale italiano. In pole ci sono anche Sondrio, Trento, Bergamo e Brescia. In occasione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona (28-31 ottobre), si è svolta la sesta edizione del concorso nazionale Agri Yogurt, riservato ad aziende agricole, caseifici sociali e produttori artigianali realizzato in collaborazione con Bevilatte, agenzia di servizi per l’agricoltura, FDstore e l’Accademia Italiana del Latte.

I 17 giurati hanno assegnato il primo premio per lo yogurt vaccino all’azienda agricola di Mario, Daniele e Riccardo Casati di Olgiate Molgora in provincia di Lecco. Al secondo posto lo yogurt prodotto dall’azienda agricola Gocce di Memoria La Taiada (proprietà della famiglia Bongiolatti) di Berbenno in provincia di Sondrio. Al terzo posto, ancora un’azienda della provincia di Lecco, la Leccolatte di Galbiate.

Nella categoria degli yogurt da latte di capra ha vinto quello dell’azienda agricola Secondo altopiano di Sugano di Orvieto (Località San Quirico), fondata da un veterinario palermitano (Emanuele La Barbera) e una comunicatrice romana (Alessandra Rabitti). Secondo si è classificato il prodotto di Argei le fattorie Renova soc. agr., azienda di Sardara (Medio Campidano). Al terzo posto lo yogurt di capra prodotto dall’azienda Le Capre della Selva Romanesca di Frassinoro (Modena).

Al concorso hanno partecipato complessivamente 50 aziende provenienti da 32 diverse province e 16 regioni d’Italia. In particolare sono stati giudicati 38 campioni di yogurt da latte vaccino e 12 di capra. La commissione d’assaggio, composta da 17 giudici, ha selezionato con la qualifica di 'ottimo' 17 yogurt vaccini e 6 caprini.

Una via d'uscita dalla crisi per gli allevatori può essere trasformare il latte direttamente in azienda. "I settori agricolo e zootecnico - ha spiegato Antonio Piva, presidente di CremonaFiere - sono in difficoltà e pagano una qualità e sicurezza alimentare che non viene riconosciuta come dovrebbe ma non si può certo dire che gli operatori della filiera si siano arresi, anzi: a Cremona si è visto un settore che cerca in tutti i modi di far capire che le produzioni nazionali meritano fiducia e soprattutto meritano di essere valorizzate al massimo con strategie di marketing ad hoc. Siamo i più bravi produttori al mondo ma bisogna che tutti i consumatori lo comprendano".

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