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Ambiente: Istat, +27,3% superficie orti urbani, fenomeno in aumento

23 novembre 2016 | 11.29
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Ambiente: Istat, +27,3% superficie orti urbani, fenomeno in aumento

Orti urbani, un fenomeno in aumento, soprattutto al nord. Secondo i dati relativi all'anno 2015 contenuti nel Report Ambiente Urbano dell'Istat, ad offrire in gestione orti urbani sono 64 capoluoghi, con un aumento del 27,3% della superficie in quattro anni, per un totale di oltre 1,6 milioni di mq.

La promozione di questa pratica contribuisce a contenere il consumo di suolo e a preservare dal degrado le aree verdi presenti tra le superfici edificate, ma anche a perseguire alcune finalità sociali (formative, terapeutiche, di socializzazione e integrazione intergenerazionale e interculturale).

Gli orti sono disponibili in quasi tutte le città del nord, in più di due città su tre al centro (fra cui Firenze e Roma), mentre al sud sono più rari: meno di una città su cinque (a Napoli e Cagliari tra i grandi comuni).

più alberi e aree verdi in gestione ai cittadini

Sempre in tema di aree verdi, sono 42 le amministrazioni che hanno piantato un albero per ogni nuovo nato, applicando così la legge 10/2013 che stabilisce l’obbligo per i comuni con più di 15mila abitanti. Nel 2014 erano state 31. Nella stessa direzione vanno le assegnazioni della manutenzione di aree verdi (a titolo gratuito o in forma di “baratto amministrativo” ) ad associazioni o cittadini. Ad attuarlo sono 30 amministrazioni: il 71,4,% di quelle che hanno promosso iniziative per lo sviluppo o la manutenzione di queste aree.

Il Regolamento del verde è stato approvato in 52 città (nel 2015 si è aggiunta solo Reggio di Calabria). Sono 89 le amministrazioni che hanno effettuato il Censimento del verde, 26 lo hanno aggiornato nell’ultimo anno e tre (Bergamo, Pistoia e Reggio di Calabria) lo hanno effettuato per la prima volta nel 2015. Una quota rilevante delle aree verdi dei capoluoghi è soggetta a vincoli e tutele specifiche: in media, quasi un quarto del verde urbano è tutelato come “verde storico” dal Codice dei beni culturali e del paesaggio e oltre il 16% dei territori comunali ricade in aree naturali protette (inclusi i parchi agricoli in 12 città).

Sul territorio di 47 capoluoghi, infine, sono state individuate reti ecologiche per la preservazione della biodiversità.

dal censimento al monitoraggio del patrimonio arboreo

Dal 2013 una nuova norma per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (la Legge 10/2013) impone ai comuni di effettuare il Censimento e la classificazione degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica. A fine 2015, il 60% dei capoluoghi (contro il 47% dell’anno precedente) ha ottemperato a tale obbligo, per un totale di circa 2 milioni di alberi censiti. Alla fine del 2015, 37 città dichiarano di effettuare un monitoraggio finalizzato alla messa in sicurezza delle alberature stradali e della complessiva dotazione arborea.

Dal 2013 è obbligatoria la definizione periodica del bilancio arboreo comunale, che consente al sindaco, alla scadenza del mandato, di rendere pubblico l’ammontare del patrimonio arboreo del comune all’inizio e alla fine del proprio mandato, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi di competenza. Nel 2015 lo hanno redatto 6 comuni , uno su tre di quelli che avrebbero dovuto (nel 2014 15 delle 30 amministrazioni giunte a fine mandato).

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