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8 marzo: al lavoro o a casa, donne vittime di stereotipi

07 marzo 2017 | 14.49
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(Fotolia)
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Piaccia o meno, siamo tutti vittime di stereotipi sia a casa, sia sul posto di lavoro: lo pensa il 60% delle donne e il 49% degli uomini. A dirla tutta poi è quel 77% di uomini e 55% di donne per i quali, quando al lavoro il gioco si fa duro, a occuparsene debbano (ancora) essere gli uomini. Lo rileva una ricerca che Unilever ha commissionato a Tfq (The Female Quotient) e Tiller, basata su un campione internazionale di 9.000 intervistati, per sensibilizzare tutti i livelli aziendali e la società civile sulla necessità di un cambiamento di mentalità.

Nell'era di internet e dei social netowrk si pensa ancora che le donne non hanno sufficiente tempo (il 61% del panel pensa che le colleghe siano spesso distratte da figli e problemi domestici e in casa pesa ancora molto la disuguaglianza nella distribuzione dei carichi di lavoro in famiglia) o che gli uomini siano più bravi. Il 67% delle donne pensa che occorra “andare oltre” i comportamenti inadeguati (ma non è affatto facile), il 59% delle donne e il 51% degli uomini ritiene che un atteggiamento da “boy’s club” sia nocivo per la crescita delle donne sul lavoro.

Il 59% degli uomini e il 75% delle donne, inoltre, pensano che la maggior parte degli uomini non vuole donne nella stanza dei bottoni. Un esempio immediato e tangibile è quello per cui gli uomini sentono di dover cambiare atteggiamento quando una donna entra in una stanza: la percentuale della percezione di questo cambiamento si attesta sopra il 60%.

Per il 62% delle donne questo comportamento contribuisce a rafforzare la disuguaglianza al lavoro inibendo le donne a farsi avanti, e lo pensa addirittura il 65% degli uomini. In effetti, le aspettative nei confronti delle donne al vertice si moltiplicano se paragonate a quelle degli uomini: per questi ultimi è sufficiente “guidare il team” mentre le donne devono “guidare, essere simpatiche e anche carine” (secondo il 57% delle donne e il 51% degli uomini).

Non solo: il 55% degli intervistati pensa che assumere donne sia rischioso, perché spesso mettono al primo posto figli e famiglia rispetto alla carriera. E le donne interiorizzano questa percezione più degli uomini (58% versus 52%). Sono le prime a non crederci del tutto.

Fortunatamente, le nuove generazioni sono preparate: il 58% dei Millenials uomini è consapevole che un atteggiamento da “boy’s club” è dannoso e porta a una disuguaglianza tra uomini e donne sul posto di lavoro e il 55% se ne chiama fuori.

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