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Mobilità: italiani insoddisfatti del traffico chiedono più intermodalità

04 maggio 2017 | 14.08
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 - eyetronic - Fotolia
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Impiegano troppo tempo a spostarsi, criticano il trasporto pubblico e chiedono più intermodalità, sono insoddisfatti del traffico ma scelgono ancora prevalentemente l'automobile per i tragitti quotidiani, che sia andare al lavoro, fare la spesa o portare i bambini a scuola. Sono gli italiani e il loro rapporto con la mobilità viene tracciato nella prima edizione dell'Osservatorio Europeo delle Mobilità, studio realizzato da Ipsos e The Boston Consulting Group, che traccia il quadro delle abitudini e della percezione sulle infrastrutture di spostamento in Europa da parte dei cittadini di dieci Paesi, tra cui l’Italia.

Secondo la ricerca, il 73% degli italiani sarebbe però pronto a ridurre l'utilizzo della propria auto se venissero effettuati gli investimenti necessari ed è anche per questo che chiedono più investimenti per l’intermodalità (72%). L'81% degli italiani, poi, pensa che le innovazioni future nel settore delle mobilità avranno conseguenze positive sulla propria quotidianità.

Ad emergere è anche l'insofferenza degli italiani al traffico, più insoddisfatti della media europea per quanto riguarda la scorrevolezza nelle ore di punta (62% contro 58%). Sono anche gli europei più critici per quanto riguarda l'intermodalità dei mezzi di trasporto: solo il 32% è soddisfatto dei punti di coincidenza tra i diversi mezzi (contro il 44% per la media europea). E sono inoltre i più critici in merito alla rete di trasporti pubblici urbani (35% contro 45%).

Gli italiani tra gli europei che dedicano più tempo agli spostamenti

Gli italiani dedicano in media 10 ore e 40 minuti a settimana agli spostamenti (dal lunedì al venerdì), ossia 1 ora e 5 minuti in più rispetto alla media degli europei (che vi dedicano 9 ore e 35 minuti). In Italia come negli altri Paesi europei, l'automobile è il mezzo di trasporto imprescindibile e ciò per la quasi totalità dei tragitti quotidiani: che si tratti di recarsi sul luogo di lavoro o di studio (69% contro 61% della media europea), andare a fare la spesa alimentare "grossa" (86% contro 73%) o accompagnare i bambini a svolgere le loro attività quotidiane (64% contro 56%).

I nostri connazionali, tuttavia, insieme ai greci sono quelli che utilizzano maggiormente un due ruote motorizzato per spostarsi (il 6% lo utilizza per recarsi sul luogo di lavoro o di studio, contro appena l'1% degli slovacchi, ad esempio).

La supremazia dei mezzi di trasporto motorizzati (più forte in Italia rispetto alla media dei Paesi europei) è dovuta in particolare al fatto che, per il 43% degli italiani (contro il 35% della media europea), è difficile utilizzare i mezzi pubblici nelle vicinanze di casa propria. In Italia, i tre principali motivi per cui non si utilizzano più spesso i mezzi pubblici sono gli stessi citati dalla media degli europei: la loro frequenza di transito troppo bassa (46%), destinazioni non adeguatamente servite dai mezzi pubblici (39%) o, ancora, un'eccessiva durata del tragitto (31%).

Italiani chiedono più infrastrutture e servizi digitali per l'intermodalità

Gli italiani, così come gli altri europei, pensano in maggioranza che le autorità pubbliche non investano a sufficienza nelle infrastrutture di trasporto nelle zone in cui vivono. Gli investimenti che scarseggiano maggiormente riguardano l'accompagnamento delle nuove mobilità (il 77% giudica gli investimenti insufficienti per quanto riguarda lo sviluppo delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici, contro il 74% della media).

Sono tuttavia gli europei più critici relativamente al livello di investimento in materia di punti di coincidenza tra diverse modalità di trasporto (il 72% giudica gli investimenti in materia insufficienti, contro il 61% della media europea) e in favore della rete di trasporti pubblici urbani (72% contro 60%). E chiedono iniziative volte a favorire l'intermodalità per riuscire a spostarsi più facilmente, in particolare: titolo di viaggio unico (74%), autostazioni collegate in modo migliore ai trasporti pubblici (76%), piazzole riservate all'ingresso delle autostrade dove lasciare la propria auto e prendere un altro mezzo di trasporto su autostrada o superstrada (62%).

Anche lo sviluppo dei servizi digitali è considerato prioritario dagli italiani per consentire loro di spostarsi più facilmente, ovvero una migliore informazione sull'offerta di trasporti pubblici disponibili nelle vicinanze di casa propria (71%) e le offerte di carpooling e car sharing disponibili (60%), itinerari completi con possibilità di associare più mezzi di trasporto (69%), o ancora soluzioni di pagamento tramite smartphone (60%).

Italiani pronti a modificare abitudini ma servono investimenti

Gli italiani risultano essere gli europei più disposti a modificare i propri comportamenti qualora venissero effettuati gli investimenti necessari: il 75% sarebbe pronto a utilizzare più spesso i mezzi pubblici (contro il 72% in media) e il 73% a utilizzare meno spesso la propria vettura privata (contro il 66% della media). Solo i portoghesi (77%) e i greci (85%) si dimostrano ancora più disposti a cambiare abitudini a questo proposito. In compenso, gli italiani non si dimostrano molto più interessati della media alla possibilità di avvalersi di carpooling o car sharing: il 45% è pronto a utilizzarli di più (contro il 44% della media europea).

Per la stragrande maggioranza degli italiani, così come degli europei, questi investimenti migliorerebbero la propria qualità della vita (lo pensa l'84% degli italiani, una percentuale identica alla media europea), consentirebbero loro di risparmiare tempo (76% contro l'80% della media) e avrebbero un impatto positivo sul proprio benessere professionale (78%, una percentuale identica alla media).

La mobilità del futuro, così la vedono gli italiani

E il futuro? Gli italiani pensano che, tra 15 anni, potranno viaggiare con veicoli elettrici su lunghe distanze senza problemi di autonomia (76% contro il 73% della media europea), che lasceranno la loro auto all'ingresso della città e utilizzeranno soltanto mezzi pubblici accessibili dal punto in cui hanno parcheggiato l'auto (75% contro 70%), che i veicoli non emetteranno più gas a effetto serra (70% contro 68%).

Sono inoltre perlopiù convinti che potranno viaggiare senza rischi di incidenti o guasti grazie alle nuove tecnologie digitali (62% contro 57%), che le auto elettriche si ricaricheranno durante il transito (67% contro 55%) o, ancora, che sarà possibile viaggiare con vetture autonome su corsie riservate (58% contro 52%), anche su tutte le strade (51% contro 46%).

Per la stragrande maggioranza di loro, non vi è alcun dubbio: queste innovazioni avranno conseguenze positive sulla loro quotidianità (lo pensa l'81% degli italiani contro il 77% della media europea).

Per gli europei la soluzione è tecnologica

Insomma, "gli italiani - commenta Lamberto Biscarini, Senior Partner e Managing Director di BCG, responsabile in Europa del settore trasporti e turismo - chiedono un maggiore sviluppo dei servizi digitali che consenta di reperire informazioni più rapidamente sulla disponibilità di trasporto e la possibilità di costruire itinerari di viaggio completi con soluzioni di pagamento integrate. La domanda c'è, serve una programmazione dell'offerta".

Per Sylvain Duranton, senior partner e managing director di BCG, direttore associato e autore dello studio, "da decenni, non si verificano cambiamenti importanti in materia di mobilità. Oggi, gli europei sono complessivamente soddisfatti delle loro infrastrutture ma deplorano la mancanza di scorrevolezza. Le nuove tecnologie consentiranno l'instaurazione di nuove abitudini. È una priorità fondamentale della politica pubblica".

La mobilità, aggiunge Dominique Levy, direttrice generale Ipsos France, "è uno dei rari argomenti su cui gli europei esprimono al contempo forti aspettative e speranze reali per il futuro. Oggi, desiderano poter disporre di una mobilità a scelta, più libera, giocando sull'intermodalità e utilizzando servizi digitali di supporto. Per il domani, pensano che le rivoluzioni tecnologiche in corso miglioreranno profondamente non solo le loro modalità di spostamento, ma anche il loro livello di benessere".

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