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Smog: Wwf, Italia tra i Paesi maglia nera, stop annunci

12 ottobre 2017 | 15.00
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(Fotogramma)
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Italia tra i Paesi maglia nera in Europa su numerosi inquinanti, dal particolato (PM 10 e 2,5) al biossido di Azoto (NO2), all’ozono nella bassa atmosfera. E ai primi posti per morti premature e per anni di vita persi attribuibili all’inquinamento. A sottolinearlo il Wwf all'indomani del report dell'Agenzia la 'Qualità dell'aria in Europa - Rapporto 2017' in cui propone un'analisi aggiornata della qualità dell'aria e dei suoi effetti, basati su dati ufficiali provenienti da più di 2.500 stazioni di monitoraggio in tutta Europa nel 2015.

Secondo la relazione, "le concentrazioni PM 2.5 sono state responsabili di circa 428mila decessi prematuri in 41 Paesi europei nel 2014, di cui circa 399mila nell'Ue a 28. La scarsa qualità dell'aria ha anche notevoli impatti economici, aumentando i costi medici, riducendo la produttività dei lavoratori e danneggiando il suolo, i raccolti, le foreste, i laghi ei fiumi".

"Forte l’impatto dell’inquinamento anche sugli ecosistemi del nostro Paese, a partire dall’eutrofizzazione (il fenomeno registrato nel 2014 nella Valle del Po è esplicitamente citato nel rapporto) - fa notare il Wwf - Le cause vanno dal trasporto di persone e merci all’uso delle centrali a carbone per produrre energia e dei fertilizzanti azotati in agricoltura. Si tratta di questioni che vanno affrontate in modo strutturale: affrontarle produrrebbe enormi benefici anche economici e sociali, oltre che ambientali, sanitari e climatici. Occorre una mobilitazione straordinaria dei diversi ministeri interessati, delle Regioni e dei Comuni che, ognuno per le proprie competenze, devono mettere sul tavolo azioni concrete e immediatamente attuabili".

"Sono anni che si reagisce a questi dati con promesse che poi non vengono attuate - sottolinea la responsabile clima ed energia del Wwf Italia Mariagrazia Midulla - Grazie anche alla rivoluzione della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili, abbiamo oggi modo di intervenire sulle cause strutturali, a patto che si programmino interventi e politiche di una transizione giusta: questo porterà nuovo benessere, anche economico".

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