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Fao, 265 mld di dollari per stop a povertà e fame

23 ottobre 2018 | 14.12
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(Fotolia)
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Per porre fine alla povertà e alla fame entro il 2030 saranno necessarie risorse aggiuntive fino a 265 miliardi di dollari. Una cifra che rappresenta lo 0,3% del reddito medio globale previsto per il periodo. E' quanto stima l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao) che ha organizzato, insieme alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Ebrd) e con il sostegno dell'Ue, il Global Forum che oggi ha accolto oltre 200 tra investitori, leader aziendali, rappresentanti di istituzioni multilaterali per lo sviluppo, decisori politici e governativi africani, asiatici, europei e delle Americhe

Proprio dal Forum arriva un messaggio chiaro: gli investimenti pubblici non sono sufficienti a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, istituzioni per lo sviluppo e istituzioni finanziarie internazionali devono collaborare in modo più strategico per fare leva sugli investimenti privati.

"Con il rapido avvicinarsi del 2030, istituzioni per lo sviluppo e istituzioni finanziarie internazionali devono collaborare con il settore privato per trovare soluzioni sostenibili alle principali sfide allo sviluppo, come la povertà, i cambiamenti climatici e le migrazioni. Questo significa creare contesti in cui l'innovazione possa fiorire e dove gli investitori privati siano incentivati a contribuire ad una crescita economica inclusiva e alla sostenibilità ambientale", ha affermato Suma Chakrabarti, presidente della Ebrd.

"La Fao è custode di 21 indicatori degli Sdg, e può giocare un ruolo chiave nell'aiutare il settore privato a dare forma e a monitorare il proprio contributo a questi obiettivi. La Fao è inoltre impegnata a promuovere ambienti più favorevoli agli investimenti privati in sistemi agroalimentari sostenibili, assicurando, al contempo, che le risorse arrivino là dove sono necessarie", ha affermato il vicedirettore generale dell'agenzia Onu, Daniel Gustafson. "Un trend incoraggiante, già visibile nel settore agricolo, sono gli investimenti 'ad impatto sociale' nei quali gli investitori privati investono in iniziative che generano profitto oltre, appunto, a impatti sociali e ambientali", ha aggiunto Gustafson.

Secondo un sondaggio del Global Impact Investment Network, i maggiori investitori 'ad impatto sociale' al mondo gestiscono collettivamente oltre 228 miliardi di dollari in investimenti di tale tipo, una cifra superiore al totale dei fondi pubblici disponibili per il 2017, attraverso canali ufficiali di assistenza allo sviluppo.

Il Forum ha lanciato anche un forte appello per maggiori investimenti in innovazione. Le nuove tecnologie stanno migliorando la produttività agricola, riducendo le emissioni di carbonio e migliorando l'utilizzo delle risorse naturali del Pianeta, oltre a rendere le informazioni maggiormente accessibili ai piccoli produttori in tutto il mondo. Mentre è in larga parte il settore privato a trainare lo sviluppo di tali tecnologie, il settore pubblico può facilitare la loro adozione e tenere d'occhio quelle soluzioni che hanno il potere di portare risultati positivi, soprattutto per gli agricoltori di piccola scala e per le aziende medio-piccole.

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