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Clima: Cnr, pini marittimi a rischio, così si preserva biodiversità

31 marzo 2015 | 12.36
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Gli scienziati hanno messo a punto un metodo per poter prevedere la capacità di adattamento delle specie allo stress ambientale. Lo studio è stato condotto sul pino marittimo. I ricercatori: "E' ad alto rischio"

(foto Infophoto)
(foto Infophoto)

I cambiamenti climatici globali stanno mettendo a dura prova flora e fauna e rischiano di modificare profondamente la biodiversità del nostro pianeta. Per questo, un gruppo di ricercatori del Cnr ha messo a punto un metodo innovativo per poter prevedere la capacità di adattamento delle specie allo stress ambientale che propone un’integrazione dei modelli predittivi già in campo, inserendo informazioni sulle componenti genetico-evolutive della specie studiata. Lo studio è stato condotto dall’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbr-Cnr) di Sesto Fiorentino, in collaborazione con gruppi di ricerca spagnoli, messicani, francesi e svizzeri.

La ricerca è stata condotta sul pino marittimo (Pinus pinaster) ed è stata pubblicata sulla rivista Genetics. "Il pino marittimo - spiega Giovanni Vendramin, direttore Ibbr-Cnr e coautore del lavoro- è caratterizzato da un’ampia variabilità genetica e ha un importante valore economico ed ecologico. È considerato, inoltre, una specie a rischio a causa dei continui cambiamenti climatici, quali aumenti della temperatura, eventi estremi e diminuzione delle precipitazioni, che colpiscono gli ambienti mediterranei nei quali anche questo pino vegeta".

"Abbiamo identificato circa 300 varianti genetiche in un totale di 200 geni, tra le quali 18 che -spiega ancora Vendramin- mostrano una significativa correlazione con parametri climatici. Queste varianti sono prevalentemente associate a geni coinvolti nei processi di crescita e di risposta allo stress termico". "Per poter poi valutare se le varianti geniche identificate influenzassero la capacità di adattamento dei pini -continua il ricercatore- sono stati piantati semenzali provenienti da 19 aree climatiche diverse in una zona della Spagna con caratteristiche climatiche estreme per la specie". Dopo 5 anni gli scienziati hanno osservato che "i pini in cui erano presenti le varianti geniche che si prevedeva conferissero maggiore capacità di adattamento alle condizioni climatiche locali riuscivano effettivamente a sopravvivere meglio".

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