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Ambiente: Wwf, salva riserva naturale Capo Rama in Sicilia

10 luglio 2015 | 17.12
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Riserva Naturale di Capo Rama gestita dal Wwf (foto Domenico Guddo)
Riserva Naturale di Capo Rama gestita dal Wwf (foto Domenico Guddo)

Sventato dopo 13 anni di battaglie giudiziarie il tentativo di edificazione sulla costa nella Riserva naturale di Capo Rama, (Palermo). Da oggi, annuncia il Wwf, "sono 'salvi' quei 40 ettari dei 60 complessivi protetti dalla Riserva che il Wwf, fin dal suo insediamento, aveva proposto di ampliare rispetto al perimetro originario". La loro tutela, ricorda l'associazione, "fu richiesta per proteggere un tratto di costa rocciosa, ricco di vegetazione e ad altissimo tasso di endemismi, cioè di specie uniche".

Grazie alla difesa del Wwf, che gestisce l’area sin dal 2001, e dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente della Sicilia, "la Riserva può considerarsi integralmente salva". La sentenza emessa oggi dal Tar della Sicilia, riferisce ancora il Wwf, "ha stabilito, infatti, che il perimetro della Riserva Regionale gestita dal Wwf resta quello deciso dal decreto del 2005 che sancì la protezione e ne ampliò i confini".

"Respinto dunque il ricorso proposto da una società immobiliare, proprietaria dei terreni della Riserva considerati inedificabili, che, se accolto, -evidenzia il Wwf- avrebbe permesso la costruzione di una lottizzazione in una delle aree più delicate e selvagge della costa siciliana". Questo splendido promontorio, protetto fin dal 1968, ricade all’interno di uno dei Siti di Importanza Comunitaria (Cala Rossa e Capo Rama) ed è costituito da un’alta falesia calcarea in uno dei tratti più suggestivi e interessanti dal punto di vista naturalistico della costa siciliana.

"Uno dei simboli -spiega il Wwf- è la palma nana (Chamaerops humilis) unica palma autoctona d’Europa, che forma circa 5 ettari di macchia". L'Oasi, data la sua posizione, è anche punto di osservazione strategico per gli uccelli migratori. "La sentenza del Tar è una vittoria, secondo il Wwf, per tutto il paesaggio costiero italiano, uno dei più a rischio" afferma l'associazione. Secondo l’ultimo censimento effettuato dal Wwf 'Cemento coast to coast' le ferite peggiori inferte dall’urbanizzazione costiera riguardano proprio Sardegna e Sicilia, rispettivamente con 95 e 91 casi negli ultimi 15 anni di nuove aree costiere invase da cemento.

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