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Ambiente: da criticità a opportunità, l’altro volto dei siti da bonificare/Focus

04 febbraio 2016 | 17.40
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AREE EX FALCK. CANTIERE PER LA BONIFICA DEI TERRENI  - FOTOGRAMMA
AREE EX FALCK. CANTIERE PER LA BONIFICA DEI TERRENI - FOTOGRAMMA

Siti da bonificare, e se rappresentassero un’opportunità? E’ il secondo volto di queste aree che, se ai più fanno paura, potrebbero invece svelare potenzialità interessanti per l’industria e la ricerca. “Bisogna continuare a trovare strumenti di dialogo con le imprese che hanno ereditato queste aree problematiche, ma che possono essere un potenziale di sviluppo interessante”, spiega Alessandro Bratti, presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

Partire da una criticità per farla diventare un’opportunità? Per Bratti è possibile “perché oggi si possono applicare metodologie innovative in situ per la bonifica, e perché queste aree sono spesso già strutturate per eventuali insediamenti industriali. Insomma, sono siti che sicuramente devono essere bonificati, ma che possono trasformarsi in laboratori a cielo aperto per attivare filoni di ricerca e di sviluppo industriale”.

Aree da bonificare delle quali Bratti evidenzia due aspetti: ci sono “siti inquinati in cui sono ancora attive delle aziende, come il petrolchimico di Marghera e quello di Mantova, dove attraverso un accordo con le imprese si possono realizzare importanti opere di messa in sicurezza e di bonifica; e ci sono siti più problematici in quanto eredità del passato e in cui non c’è un soggetto industriale attivo, penso a Pioltello-Rodano al Nord e alla Valle del Sacco dove vi sono microimprese attive ma non esistono più grandi plessi industriali; o ancora Grado Marano nel Friuli o la Cogoleto Stoppani. Tutte emergenze ambientali che purtroppo non trovano interlocutori con cui dialogare per poter trovare le risorse e poter fare le bonifiche”. Un “3% del territorio italiano che necessita di interventi sempre più pressanti”, ma se è vero che “in Italia abbiamo una legislazione molto severa, ma molto sulla carta” per il presidente della commissione ‘ecomafie’ “c’è bisogno di rivedere la normativa, di semplificare molto, snellire i processi e, nel contempo, effettuare controlli più incisivi. La legge sugli ecoreati aiuta nei controlli, rafforza la legislazione soprattutto nel caso di ‘omessa bonifica’ che diventa reato penale importante, ma non basta”.

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