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Sostenibilità: imballaggi smart e materiali bio-based per il nuovo packaging

06 aprile 2016 | 19.08
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(Fotolia)
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Imballaggi 'smart' e materiali bio-based: le nuove frontiere del packaging saranno al centro del convegno 'Green Pack, la nuova catena dei valori del packaging alimentare' che si terrà nell'ambito dei tre Saloni BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference (20-22 aprile 2016).

"Gli argomenti che si stanno affrontando - anticipa Luciano Piergiovanni, docente di Scienze e Tecnologie Alimentari all'Università degli studi di Milano - riguardano sia la realizzazione di sistemi di packaging attivo per il rilascio di antimicrobici naturali che consentano di estendere la shelf life della frutta di IV gamma, sia lo sviluppo di nuovi materiali flessibili ad alta barriera ai gas, grazie all’utilizzo di nanocristalli di cellulosa".

"L'innovazione di packaging è, in tutto il mondo, molto articolata e molto dinamica - spiega il ricercatore - Riguarda sia i materiali impiegati che le tecnologie di riempimento e confezionamento, gli aspetti estetici, comunicazionali e informativi... Alcuni di questi sono ritenuti da molti di reale utilità per intervenire sul problema della riduzione delle risorse impiegate e per una maggiore sostenibilità dell’imballaggio. In questa prospettiva un’azione significativa riguarda lo sviluppo dei cosiddetti bio-based materials e delle bioplastiche. Per queste va segnalato che, attualmente, esse rappresentano circa l'1% dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno".

"La domanda è in aumento e con materiali più evoluti ed applicazioni emergenti, il mercato è già in crescita dal 20 al 100% all'anno - precisa Piergiovanni - Secondo gli ultimi dati di mercato raccolti da European Bioplastics, la capacità mondiale di produzione delle bioplastiche è prevista quadruplicare nel medio termine: da circa 1,7 milioni di tonnellate nel 2014 a circa 7,8 milioni di tonnellate nel 2019. Più del 60% della capacità produttiva di bioplastiche nel 2014 è stata da fonti rinnovabili. Tale quota salirà a oltre l'80% nel 2019".

Secondo Piergiovanni, "il mondo del packaging può fare molto per sviluppare esperienze di economia circolare e di integrazione tra imprese dissimili, verso una visione di simbiosi industriale". Sul piano dei costi e dei benefici, l'esperto osserva che se gli imballaggi attivi e intelligenti sono senza dubbio più costosi rispetto a quelli 'tradizionali', tuttavia è altamente probabile che "i costi possano ridursi significativamente in funzione delle tecnologie che saranno rese disponibili".

"Non si deve ignorare che ogni anno circa 170 miliardi di tonnellate di biomassa - conclude - sono prodotti dalla natura e di questi solo il 3,5% sono utilizzati dall'uomo. I polimeri naturali utili a potenziali trasformazioni come bio-based packaging materials sono il 75% delle risorse rinnovabili teoricamente disponibili ed il primo e il più importante è la cellulosa. Fondamentale, in questo campo, sono la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico/industriale".

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