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Ricerca: plastica da vecchi cd e smartphone, scoperto nuovo processo riciclaggio

30 giugno 2016 | 11.11
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Ricerca: plastica da vecchi cd e smartphone, scoperto nuovo processo riciclaggio

Scoperto un nuovo processo chimico monofase in grado di convertire i policarbonati in plastica sicura per la depurazione dell’acqua, la fibra ottica e le apparecchiature mediche. Il merito è dei ricercatori dell'Ibm Research del laboratorio di Almaden, a San Jose, California.

Ogni anno vengono generate nel mondo più di 2,7 milioni di tonnellate di una plastica nota come policarbonato, per creare i comuni articoli di uso quotidiano, come Cd, biberon, lenti per occhiali e smartphone. Nel tempo i policarbonati si decompongono e rilasciano bisfenolo A (Bpa), sostanza chimica che, nel 2008, ha costretto i rivenditori a ritirare i biberon di plastica dagli scaffali dei negozi a causa dei timori per i potenziali effetti sul cervello.

“I policarbonati sono un tipo di plastica comune nella nostra società, soprattutto nell’elettronica di consumo, in cui sono presenti sotto forma di schermi Led, smartphone e Blu-ray disc, così come in comuni lenti per occhiali, utensili per la cucina e contenitori per l’imballaggio domestico - commenta Gavin O. Jones, membro dello staff di ricerca di Ibm Research Almaden - Ora abbiamo una nuova modalità di riciclaggio, che migliorerà l’impatto di questa importante sostanza sulla salute e sull’ambiente a livello mondiale”.

I ricercatori di Ibm Research hanno aggiunto ai vecchi Cd un reagente a base di fluoruro, una base simile a lievito artificiale e calore per produrre una nuova plastica con temperatura e resistenza chimica superiori a quelle della sostanza originaria. Quando la polvere viene ricostruita in nuove forme, la sua forza previene il processo di decomposizione che causa la lisciviazione di Bpa.

“Oltre a impedirle di raggiungere le discariche, ricicliamo la sostanza in un nuovo tipo di plastica sufficientemente sicura e resistente per la depurazione dell’acqua e la produzione di apparecchiature mediche - spiega commenta Jeanette Garcia, membro dello sfaff di ricerca di Ibm Research Almaden - È una vittoria per l’ambiente su molti fronti”.

Per giungere alla scoperta, in questo studio i ricercatori hanno utilizzato una combinazione di modellazione predittiva e lavoro di laboratorio sperimentale. Quanto appreso da questi sforzi di ricerca serve anche a promuovere i sistemi cognitivi, che aiuteranno ad accelerare il processo di scoperta di nuovi materiali. Sistemi di misura, velocità e complessità della scienza dei materiali rappresentano una sfida per gli scienziati che lavorano in questo campo.

Nell'ambito dell’Ibm Research Frontiers Institute, gli scienziati associano la competenza in informatica e nei polimeri, e altri materiali, per realizzare prototipi di sistemi in grado di estrarre, organizzare, analizzare e predire elementi di conoscenza dai dataset sui materiali. Sfruttando la conoscenza esistente contenuta nei database scientifici mondiali e accelerando i calcoli utilizzati in questi tipi di esperimenti, questi strumenti cognitivi potrebbero aiutare a individuare modelli e ad accelerare i tempi di realizzazione delle nuove scoperte.

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