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Mobilità: la chimica al lavoro per quella a basso impatto

24 luglio 2017 | 19.31
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(Fotolia)
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Non solo carburanti ecologici, ma anche resine, plastiche, lubrificanti sintetici e vernici antivegetative: la chimica, al lavoro per ridurre gli impatti ambientali della mobilità, fornisce infatti soluzioni innovative supportate da un’intensa attività di ricerca e innovazione. E' quanto emerso dal quadro del ruolo dell’industria chimica nella mobilità, presentato oggi da Federchimica durante un’audizione informale al Senato presso le Commissioni riunite Lavori pubblici e Ambiente.

Due associazioni di Federchimica, Assogasliquidi e Assogastecnici, e il Gruppo Chimica da Biomassa, hanno illustrato i contributi alla mobilità sostenibile che derivano dall’utilizzo di carburanti alternativi, come il Gpl (Gas di Petrolio Liquefatto) e il Gnl (Gas Naturale Liquefatto), di vettori energetici, quali l’idrogeno, e di biocarburanti (Bioetanolo, Bio-eteri, Biodiesel e Hvo). Tutte fonti energetiche definite strategiche dalla Direttiva comunitaria Dafi, che ha come obiettivo la decarbonizzazione dell’Unione Europea, da perseguire con il ricorso ai carburanti alternativi in tutti gli Stati Ue.

Serve però, è emerso nel corso dell'incontro, l'impegno costante da parte delle istituzioni a garantire l’applicazione di misure di incentivazione equivalenti a tutti i carburanti alternativi, evitando sbilanciamenti e garantendo il principio di neutralità tecnologica.

I veicoli a idrogeno, fonte considerata il carburante del futuro, non godono degli incentivi previsti per i veicoli elettrici alimentati a batteria: una disparità di trattamento che Federchimica ritiene immotivata, anche considerato che, grazie all’idrogeno, è possibile alimentare veicoli al 100% elettrici con la tecnologia fuel cell, notevolmente più ecologica rispetto alla tecnologia dei veicoli elettrici a batteria.

Il ricorso al Gpl, settore di eccellenza italiana tra i carburanti ecologici, deve essere incentivato tramite strumenti regolamentari di stimolo per il consumatore nella scelta di questo carburante: l’accesso alle Ztl alle auto a Gpl, sconti o esenzioni dal pagamento dei permessi di sosta, l’inserimento del Gpl come carburante strategico nei Piani urbani della mobilità, realizzati a livello regionale, e la definizione di criteri che premino i veicoli a Gpl nell’ambito degli strumenti di incentivazione fiscale adottati a favore del settore dei trasporti, come ad esempio la revisione della tassa automobilistica.

Anche il Gnl, fonte energetica ecologica per mezzi pesanti quali tir e navi, settore relativamente nuovo per il nostro Paese, richiederebbe un opportuno sviluppo delle infrastrutture e misure di promozione della domanda, con interventi che premino ed incentivino il suo utilizzo nel mercato del trasporto marittimo e stradale.

Infine le richieste del Gruppo chimica da biomassa sui biocarburanti, prodotti chimici derivanti da fonti rinnovabili naturali di origine animale o vegetale che in miscela con i carburanti fossili riducono le emissioni di Co2 e di altri inquinanti. Il settore, ancora in crescita, chiede che l’Italia recepisca l’impegno dell’Europa a rendere obbligatoria la miscelazione dei biocarburanti con i carburanti fossili fino al 2030.

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