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Clima: Parigi, l'Agenda 2030 e il futuro low carbon disegnato da Eni

24 novembre 2017 | 12.12
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(Fotogramma)
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'Agire per il clima' è un imperativo globale e la sfida riguarda tutti. Tutti i Paesi, tutte le realtà del mondo economico, politico e civile che devono ridisegnare, ciascuno per la propria parte, un futuro a basse emissioni di carbonio. Per questo Eni, multinazionale dell’energia, è in prima linea e ha delineato una precisa strategia per un futuro low carbon. “È fondamentale prendersi chiari impegni per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione ed Eni lo ha fatto delineando una strategia che si basa sul seguente piano d'azione: riduzione delle emissioni di CO2 e aumento dell'efficienza energetica di tutte le attività, consolidamento di un portafoglio low-carbon e promozione dell'utilizzo del gas, sviluppo delle rinnovabili”, sintetizza l’ad Claudio Descalzi.

Al centro della strategia, dunque, l’investimento nel mix energetico gas naturale-rinnovabili, individuato come soluzione più efficace per eliminare il carbone nella generazione elettrica, continuando allo stesso tempo ad abbattere le emissioni di CO2 e aumentando l’efficienza delle attività operative. Più nel dettaglio, sul fronte delle rinnovabili Eni ha avviato il ‘Progetto Italia’ per la realizzazione di impianti su suolo nazionale, valorizzando aree industriali Syndial ad oggi non utilizzabili, e individuato progetti da sviluppare in Paesi nei quali già opera, principalmente Africa e Asia.

Tradotto in cifre: 550 mln di euro stanziati per energie rinnovabili (nel quadriennio 2017-2020); 220 MWp di capacità installata grazie al Progetto Italia al 2022; -43% di emissioni di gas serra al 2025. La Climate Strategy Eni comprende anche la riduzione del flaring (combustione del gas estratto in eccesso): l’obiettivo zero flaring al 2025 oltre a una riduzione dell’80% delle emissioni fuggitive di metano al 2025 rispetto al 2014.

Non solo. Eni fa parte della Oil and Gas Climate Initiative (Ogci), l’iniziativa guidata dai Ceo di dieci compagnie Oil&Gas che intendono guidare la risposta dell'industria energetica ai cambiamenti climatici. Risposta che si è concretizzata nell’annuncio, a novembre 2016, di un finanziamento per un miliardo di dollari a progetti, iniziative e soluzioni tecnologiche per ridurre le emissioni. “La creazione di Ogci Climate Investments - hanno dichiarato i vertici delle 10 società energetiche - dimostra la nostra volontà collettiva di fornire soluzioni tecnologiche su larga scala creando un salto di qualità che aiuterà a contrastare il cambiamento climatico. Siamo impegnati personalmente a garantire che, lavorando insieme, le nostre compagnie giochino un ruolo chiave nel ridurre le emissioni di gas serra continuando comunque a fornire l’energia di cui il mondo ha bisogno”.

Sempre in ottica ‘low carbon’ c’è poi il capitolo ‘riconversione industriale’ al quale l’azienda prevede di destinare 4 miliardi di spesa in 4 anni per progetti che vanno dall’upstream alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche. In questo filone rientrano la bioraffineria di Venezia e la riconversione di Gela per la produzione di biocarburanti innovativi.

La sfida è quella dunque di garantire l’approvvigionamento energetico ad una popolazione destinata a crescere, limitando le emissioni e quindi l’incremento della temperatura per contribuire a rientrare nei paletti fissati nell’Accordo di Parigi e nell’Agenda 2030 (obiettivo n.13 ‘Agire per il clima’).

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