Sabato di guerriglia a Belgrado nel derby Stella Rossa-Partizan. In Turchia assalto armato al Fenerbahce, in Grecia stop al campionato per gli scontri tra tifosi del Panathinaikos e Olympiacos. In Spagna, giro di vite a dicembre dopo la morte di un tifoso del Deportivo. Malagò: "Contro gli hooligans bisogna imitare la Thatcher"
L'assalto al pullman della Juventus e la bomba carta esplosa tra i tifosi del Torino hanno macchiato il derby della Mole, con 15 tra arrestati e denunciati, e riportato in prima pagina il binomio 'calcio e violenza'. I l tema sempreverde, che da decenni zavorra lo sport più amato, non è però un'esclusiva del 'made in Italy'.
L'ennesima dimostrazione è arrivata 24 ore prima della stracittadina torinese. A Belgrado, il rovente derby tra Stella Rossa e Partizan si è trasformato in una guerra. Scontri prima e durante il match, con una cinquantina di feriti e oltre 40 arresti. Poco importa che la sfida allo stadio Marakana sia finita 0-0.
All'inizio del mese, l'allarme rosso si è acceso in Turchia per l'agguato ai danni del Fenerbahce. La squadra di Istanbul, uno dei top team della Turkish Super Lig, stava rientrando dalla trasferta vittoriosa di Trabzon per 5-1 sul campo del Rizespor: un commando ha aperto il fuoco contro il pullman e ha ferito l'autista.
Il drammatico episodio ha indotto la Federcalcio a sospendere per una settimana il torneo. Analogo provvedimento era stato preso in Grecia a febbraio dopo la battaglia, sul terreno di gioco, tra tifosi del Panathinaikos e dell'Olympiacos. Tanto per cambiare, un altro derby.
Il virus non ha risparmiato negli ultimi mesi nemmeno i paesi al vertice del movimento calcistico europeo. La Spagna, che sogna una finale di Champions League tra Real Madrid e Barcellona, a dicembre ha varato nuove norme dopo l'uccisione di un tifoso del Deportivo La Coruna, morto a Madrid negli scontri con i tifosi dell'Atletico.
