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Tennis: Becker a Wimbledon, 30 anni fa l'impresa di un adolescente

06 luglio 2015 | 16.12
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Boris Becker (Foto Infophoto)
Boris Becker (Foto Infophoto)

"Bomba", "Magia"...Qualsiasi superlativo sembrava modesto per i giornalisti in quel 7 luglio 1985, quando un tedesco di 17 anni di nome Boris Becker, vinse il suo primo titolo sulla mitica erba di Wimbledon. Un'impresa di un adolescente che ha rivoluzionato il mondo del tennis. La 'sassata' lanciata da Becker alle 17:26 di 30 anni fa, era impossibile da prendere per il sudafricano Kevin Curren, e continua a passare sugli schermi dell'All England Club di Londra, dove il Becker torna a camminare a 47 anni, come l'allenatore dell'attuale numero uno del mondo, Novak Djokovic.

"E' stata un'esperienza incredibile, una esperienza decisiva", ha ricordato il tedesco parlando di quella vittoria in un documentario trasmesso in questo fine settimana in Germania con il titolo: "Boris Becker e il miracolo di Wimbledon". Il campione tedesco proprio sull'erba di Wimbledon ha ottenuto la consacrazione di un giocatore precoce che sarebbe poi riuscito, altre due volte, a vincere il titolo all'All England per un totale di sei Grand Slam e avere una carriera di successo, incluso il numero uno del mondo. Il successo di 'Bum Bum' , come era stato soprannominato per la sua potenza, che ha anche rivoluzionato la lunga storia del torneo più tradizionale del circuito. Becker era il più giovane vincitore di Wimbledon e il primo tedesco.

Il suo stile appassionato ed estremo ha acceso la passione ed ha contribuito ad una grande euforia e voglia di tennis in Germania, anche alimentata dai successi di Michael Stich e Steffi Graf. "E' iniziata una nuova era. La Germania, è diventata un paese tennistico", ha riassunto la Federtennis tedesca (DTB) per celebrare l'anniversario. Di tutto questo sembrava ignaro il giovane Becker, un adolescente sottile, dai movimenti imprevedibili e dai capelli color sabbia. "In realtà non ero a conoscenza dei record che avevo battuto. Meglio così. Avevo 17 anni, ero un bambino", ha detto.

Le due settimane che lo hanno portato al titolo si sono svolte senza una logica. Becker ha vinto le sue prime due partite con autorità, contro gli americani Hank Pfister e Matt Anger. Nel terzo turno è andato vicino ad essere eliminato dallo svedese Joakim Nystrom, ma è riuscito a risalire sotto di 6-5 al quinto set e vincere 3-6, 7-6, 6-1, 4-6, 9-7. Quando gli è stato chiesto, in una sala stampa già affollata, se avesse pensato di aver perduto, Becker ha risposto con calma: "Non ho mai pensato che fosse la fine. Se lo avessi pensato, avrei perso".

Poi ha vinto in cinque set con l'americano Tim Mayotte. Nei quarti di finale ha battuto il francese Henri Leconte e in semifinale ha di nuovo superato una partita che sembrava persa, con lo svedese Anders Jarryd. Il suo avversario in finale, Curren, era riuscito a battere niente meno che Stefan Edberg, Jimmy Connors e John McEnroe, ma è caduto contro lo 'sconosciuto' Becker 6-3, 6-7, 7-6, 6-4.

"Ho percepito che quello che avevo fatto non era normale", ha raccontato Becker. "Ho lasciato il campo centrale e la gente che mi guardava tre ore prima, più o meno in modo normale, improvvisamente mi fissava come se fossi un miracolo, di un altro pianeta". Becker vive da alcuni anni nel quartiere di Wimbledon, dove sente ancora il rispetto delle persone. Quando domani sarà il giorno dell'anniversario di quella impresa sarà all'All England (definito "il mio club"), seguendo le imprese del suo allievo, Novak Djokovic. "Se berrò almeno un bicchiere di champagne per brindare al passato? No", ha risposto. "Io vivo nel presente e penso al futuro. Non sono una persona che guarda molto al passato".

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