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Il consiglio di 'Bonimba' a Totti: "Per giocare a 40 anni bisogna accettare la panchina"

21 aprile 2016 | 15.14
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Roberto Boninsegna (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Roberto Boninsegna (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"La classe non invecchia, ma se dovessi dare un consiglio a Totti gli direi che per continuare a giocare a 40 anni deve accettare la panchina". Roberto Boninsegna indica al capitano della Roma la strada per scrivere un lieto fine nella sua storia con il club giallorosso.

"Che Totti sia stato un grande lo si sapeva, ma il fatto che alla sua età faccia ancora questi numeri certifica che la classe non è acqua e non invecchia. Lo vedrei in campo anche a 40 anni, ma deve mettersi in testa che non può giocare dall'inizio", dice Boninsegna all'Adnkronos all'indomani della doppietta di Totti contro i granata.

L'ex attaccante racconta poi l'esperienza vissuta alla fine della sua carriera: "L'Inter mi aveva giudicato finito, pensava che non potessi più arrivare a certi livelli. Così a 33 anni me ne andai alla Juve e lì giocai tre stagioni eccezionali vincendo due campionati, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. La Juve mi propose poi un quarto anno di contratto, ma io lo rifiutai d'accordo con Boniperti. Non sono un uomo da panchina e a 37 anni volevo lasciare un'immagine bella ai tifosi. Non mi sentivo di giocare solo un quarto d'ora a partita. Per questo dico che Totti deve mettersi d'accordo con l'allenatore: se si sente ancora di giocare lo faccia, ma si metta in testa che a 40 anni non può giocare dall'inizio".

Secondo 'Bonimba', "Totti farebbe un grosso errore a voler giocare sempre, perché rischierebbe di rovinare l'immagine che ha di lui il pubblico romanista. Deve mettersi in testa che 40 anni sono tanti e che i giovani incalzano e dovrebbe accettare questa soluzione. Io lo vedrei in campo a 40 anni, ma sul finire della gara come è successo ieri".

Di certo Boninsegna non si aspetta un trattamento privilegiato per Totti da parte della società, nonostante il rischio che il capitano giallorosso possa chiudere la carriera altrove: "Nelle società la riconoscenza non c'è, o almeno è difficile. Ci sono stati esempi clamorosi, come Maldini al Milan o Del Piero alla Juve, e potrebbe succedere che Totti possa fare la stessa fine. Il calcio è tremendo: ti dà e ti toglie improvvisamente. Anche perché alla fine per il pubblico contano i risultati. Se un domani Totti andasse in campo e non fosse più all'altezza, nel giro di dieci partite si dimenticherebbero del grande Totti e lo criticherebbero subito".

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