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Euro 2016: Chiellini, troppo disfattismo dopo l'Irlanda

24 giugno 2016 | 16.15
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Il difensore dell'Italia, Giorgio Chiellini in conferenza stampa a Montpellier (Foto Afp) - AFP
Il difensore dell'Italia, Giorgio Chiellini in conferenza stampa a Montpellier (Foto Afp) - AFP

"Siete stati un po' troppo disfattisti dopo l'Irlanda, attaccando in modo esagerato persone che sono e saranno importanti per l'Italia". Giorgio Chiellini risponde così alle critiche piovute addosso agli azzurri, soprattutto alle seconde linee, dopo la sconfitta contro i verdi all'Europeo. "Prima dell'Europeo eravamo quelli morti. E ora leggo: ridateci l'Italia. Calma un attimo", dice Chiellini rivolgendosi ai cronisti. "Se Insigne fa gol cos'è, grande Italia?", aggiunge alludendo al palo colpito dal giocatore del Napoli.

"Ci vuole equilibrio nel valutare. Non eravamo pippe prima, non siamo stati fenomeni dopo la Svezia e non siamo tornati pippe dopo l'Irlanda. Chi ha giocato ha dato il massimo, abbiamo fatto qualche errore e lo abbiamo pagato. Ma da lì a bocciare le riserve...Sono convinto che tanti di questi giocatori saranno importanti e decisivi in questo torneo -prosegue il difensore-. Nel valutare questa prestazione credo che non ci si debba troppo far condizionare dal gol. Anche a me in tanti mi hanno detto bravo dopo la partita con la Svezia, ma se Ibra segna invece di essere fermato per fuorigioco ero uno scemo".

Il difensore della Juventus ha anche parlato del suo ex compagno di club, lo spagnolo Morata. "Alvaro è un ragazzo speciale e con dispiacere lo saluto ormai da ex compagno. Però sono contento per lui e mi auguro che possa rimanere al Real Madrid, perché merita di essere centravanti della Spagna e del Real. Mi dispiacerebbe se venisse usato come merce di scambio per fare qualche soldo, non lo merita", ha detto Chiellini parlando di Morata, tornato ufficialmente nel club spagnolo dopo due stagioni con la Juventus.

"In questi due anni è cresciuto tanto a livello tattico ma soprattutto umano -ha aggiunto Chiellini nella conferenza dal ritiro degli azzurri a Montpellier-. E' arrivato da noi che era un bambino, non veniva considerato un giocatore della prima squadra. Abbiamo la presunzione di pensare che lo abbiamo aiutato a crescere, lui si è messo subito a disposizione perché l'umiltà è una sua dote. Ora spero che faccia male lunedì (contro gli azzurri in Italia-Spagna, ndr), ma gli auguro il meglio per il resto della sua carriera".

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