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Euro 2016: il rigore di Teotino, Germania 1/a della classe ma con l'Italia perde

29 giugno 2016 | 17.08
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Il ct della Germania Joachim Loew  - AFP
Il ct della Germania Joachim Loew - AFP

Tutti ricordano il celebre aforisma di Gary Lineker: “Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti e alla fine vince la Germania”. Tranne che quando affronta l’Italia, andrebbe aggiunto. E’ incredibile come tutta la storia della nazionale azzurra sia caratterizzata da grandi imprese ai danni dei tedeschi: dal letterario 4-3 del 1970 alla semifinale degli Europei di quattro anni fa, passando per la finale mondiale del 1982 e per il trionfo in casa loro nel 2006.

Soddisfazioni infinite. Che, ovviamente, sogniamo si ripetano, a partire da sabato. Pur sapendo che il sistema calcio tedesco, da una decina d’anni almeno, è il migliore del mondo, un esempio per tutti. Risultati come il titolo mondiale del 2014 sono diretta conseguenza di grandi investimenti di idee e di risorse, a partire dal fallimento sportivo della Mannschaft, la nazionale tedesca, eliminata nella prima fase degli Europei del 2000.

Bilanci in ordine, equilibrio economico e competitivo, stadi moderni e sempre pieni: la Bundesliga è diventata da allora il punto di riferimento per tutti i grandi campionati europei, magari non naviga nell’oro come la Premier League, ma perché evita certi azzardi e perché tiene chiuse le porte agli investitori stranieri, i club calcistici devono rispettare l’obbligo di essere detenuti almeno per il 50%+1 da associazioni sportive, una sorta di azionariato popolare obbligatorio.

Ma, soprattutto, è stato lo sviluppo dei settori giovanili a rafforzare il sistema: dal 2002-03 sia le società di Serie A che quelle di Serie B per ottenere l’iscrizione ai campionati debbono avere un’Academy che rispetti criteri rigorosi a livello di infrastrutture, budget e quantità e qualità dello staff impiegato full time.

Ebbene, circa il 45% dei giocatori delle squadre di Bundesliga proviene proprio da queste Academy e di conseguenza il numero degli stranieri impiegati è il più basso fra quelli delle maggiori Leghe europee (intorno al 40% nell’ultima stagione). Addirittura fra i 23 convocati per questi Europei uno solo, il terzino Hector, non è passato per queste Academy. Poi però in campo a Bordeaux ci saranno 22 uomini che rincorrono un pallone per 90 minuti e alla fine non è detto che vinca la Germania.

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