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Euro 2016: il rigore di Teotino, anche Lega francese meglio di Lega A

30 giugno 2016 | 16.55
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Foto AFP  - (AFP)
Foto AFP - (AFP)

Venerdì scorso lo spazio dedicato a questi Europei dall’Equipe, il quotidiano sportivo francese, partiva da pagina 14. Le prime 13 pagine erano dedicate alla finale del campionato nazionale di rugby, che fra l’altro si disputava al Camp Nou di Barcellona, naturalmente tutto esaurito, per esaltare ancor più l’evento. Giusto per ricordare come il calcio in Francia non sia ancora diventato, e forse non diventerà mai, il primo sport nazionale. Eppure la Lega calcio francese è molto più operativa ed efficiente della Lega di Serie A italiana.

Negli ultimi anni, da queste parti, sono stati fatti molti passi avanti, soprattutto grazie all’ingresso degli investitori qatarioti, che hanno reso il Paris St. Germain non solo una grande potenza calcistica, ma anche un richiamo mondano fra i principali offerti dalla capitale. Eppure tutto questo non basta: la Ligue 1 non è un campionato ancora degno di grandi attenzioni, troppo squilibrio e brutto gioco, gli spettatori sono un po’ saliti, ma restano pochini, una media intorno ai 21.000.

Ecco allora che la Lega calcio professionistico e l’associazione che rappresenta i club di Ligue 1, la loro Serie A, si sono dati convegno per due giorni, ieri e l’altro ieri, a Cannes per studiare proposte capaci di rendere più attraente il campionato.

In cerca di buoni consigli, hanno invitato all’incontro due dirigenti internazionali di primi livello quali David Deinn, ex Arsenal, oggi 'ambasciatore' della Premier League inglese e Christian Seifert, Ceo della Bundesliga.

Ne sono uscite una serie di proposte operative interessanti: dalla necessità di aumentare lo riempimento degli stadi (oggi al 67% della loro capacità, in Italia siamo al 55%) attraverso una serie di misure che partano dall’obbligo di settori dedicati esclusivamente alle famiglie, alla predisposizione di un piano d’investimenti per rifare tutti i manti erbosi che oggi penalizzano lo spettacolo, all’incoraggiamento a sistemi di gioco più offensivi partendo dai settori giovanili, alla richiesta agli arbitri di fischiare un po’ meno ma di punire più severamente il gioco duro.

Allo studio anche una revisione delle regole sulla struttura delle rose e la tutela dei giocatori prodotti dai vivai. Insomma, più o meno, tutte quelle cose di cui la Lega calcio italiana si guarda bene dall’occuparsi, impegnata com’è nella continua spartizione dei diritti televisivi.

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