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Euro 2016: il rigore di Teotino, tutti contro il 'monumento' Ronaldo

01 luglio 2016 | 17.21
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Cristiano Ronaldo (foto Afp) - AFP
Cristiano Ronaldo (foto Afp) - AFP

E’ partita la corsa ad abbattere il monumento, una curiosa gara a scendere dal carro del vincitore. Il Portogallo avanza nonostante Cristiano Ronaldo. Le pagelle dei giornali di tutta Europa lo massacrano. L’Equipe, peraltro sempre più che severa, gli affibbia addirittura un 3 tondo, i quotidiani italiani navigano intorno al 4, nemmeno gli spagnoli lo risparmiano.

Certo, negli occhi restano le immagini di quel pallone miseramente ciccato, da solo davanti al portiere, a pochi minuti dalla fine, che poteva evitare a lui e ai suoi compagni la fatica dei supplementari e il rischio dei rigori. Eppure, Cristiano era lì, era scattato proprio nel momento giusto, aveva intuito l’invenzione di Moutinho, gli è mancata soltanto un po’ di lucidità.

Ronaldo è stanco, viene da una stagione in cui è rimasto in campo per più di 5.000 minuti, è anche acciaccato perché non ha avuto il tempo di guarire perfettamente da infortunio che ne ha condizionato pure le sue ultime gare con il Real Madrid, finale di Champions compresa. Eppure tutto ciò non gli ha impedito di essere il primo giocatore nella storia a segnare in quattro Europei e tre Mondiali; di avere avvicinato con 8 gol i 9 di Platini, capocannoniere all time della competizione; di essere diventato a quota 19 il giocatore con il maggior numero di presenze nel torneo.

Senza Ronaldo il Portogallo non solo non sarebbe mai arrivato in semifinale, ma probabilmente non si sarebbe neppure qualificato per questi Europei. Anche quando non è lucido sottoporta, tiene in allarme una mezza dozzina di giocatori avversari. Da quando c’è Cristiano in squadra, il Portogallo agli Europei ha ottenuto un secondo posto, un quarto di finale, una semifinale e ora già come minimo un’altra semifinale. Come a tutti i più grandi campioni, capita anche a lui ogni tanto di sbagliare un rigore, ma mai, al contrario di Messi, nella serie decisiva.

Qui in Francia ha segnato soltanto due gol, ma ha tirato verso la porta 36 volte, esattamente quanto l’Italia nel suo insieme. Ecco, forse è pure per questo, per invidia, che ora vogliono tutti scendere dal carro del vincitore.

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