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Calcio: esperto Cina, closing Milan? Serve ok Pechino ma 30-50 giorni sufficienti

29 novembre 2016 | 16.26
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La coreografia della Curva del Milan a Silvio Berlusconi nel derby - AFP
La coreografia della Curva del Milan a Silvio Berlusconi nel derby - AFP

"Le operazioni di investimento della Cina all'estero di un certo rilievo, sono operazioni che sono sempre oggetto di una autorizzazione governativa, quindi per una operazione come quella che riguarda l'acquisizione del Milan non può essere fatta senza l'avallo governativo". Sono le parole del prof. Giuliano Noci, Ordinario di Strategy & Marketing e Prorettore delegato del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, in una intervista all'Adnkronos, a proposito della trattativa per l'acquisizione del club rossonero, il cui closing è previsto per il 13 dicembre ma che dovrebbe slittare per problemi burocratici. Comunque "la sensazione è che il tema sia diverso: la definizione della compagine".

"I tempi per questo tipo di autorizzazioni? Le cose in Cina vanno via molto fluide quando le decide il vertice, altrimenti non sono sempre così fluide. Gestire la variabile tempo è complesso, perché gli imprevisti sono dietro l'angolo ogni volta. Ma 30-50 giorni di tempo in più credo sia una stima attendibile. Se non chiudono dopo questi altri 50 giorni mi vengono dei sospetti sulla reale esistenza della capacità di costruire una cordata -ha sottolineato il prof. Noci-. Con questi ulteriori giorni, di tempo ne hanno avuto, e ammettendo tutte le difficoltà nel mettere insieme la cordata, ammettendo che proprio perché si tratta di una cordata, necessita di un vaglio più attento da parte del Governo, i tempi ci sono. Se è possibile per Fininvest verificare che i soldi siano stati depositati? E' chiaro che è possibile. In Italia ci sono quattro Banche cinesi che sono le quattro più grandi banche della Cina, quindi assolutamente si, è possibilissimo".

Il Prorettore delegato del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano, ha fatto poi anche un riferimento all'Inter. "Due anni fa andò a monte una acquisizione cinese sull'Inter, quando la trattativa era già chiusa, ma in realtà andò a monte perché gli investitori andarono troppo avanti senza chiedere l'autorizzazione al Governo, che bloccò la cosa". Oltre a Inter e Milan gli investitori cinesi potrebbero fare altre operazioni in Italia: "So per certo di altri interessi su altre squadre italiane. La Roma? Ho sentito rumors in Cina di interessi vari. Vale per l'Italia ma anche per altri Paesi".

Ad ogni modo secondo l'esperto di questioni cinesi ci sono una serie di tematiche che devono essere considerate. "Primo è che le autorità cinesi sono molte preoccupate, a dispetto di quello che pensa Trump, della svalutazione del Renminbi (moneta cinese) che ha raggiunto il minino degli ultimi 8 anni, e quello che vogliono evitare è che ci siano fughe di denaro dalla Cina. Anche perché il 2016 si è contraddistinto per essere un anno di vero e proprio boom di acquisizioni cinesi all'estero -ha aggiunto Noci-. Gli investimenti cinesi all'estero ammontano quest'anno a circa 250 miliardi di dollari, cifra impressionante, più di tre volte gli investimenti che l'Europa ha fatto quest'anno fuori dai confini Europei. Sullo sfondo c'è questo tipo di preoccupazione, ma più in generale le operazioni di investimento all'estero di un certo rilievo, sono operazioni che sono sempre oggetto di una autorizzazione governativa".

"Si parla poi di un terzo elemento, come causa contingente sul ritardo nell'affare Milan, cosa a cui io non credo, e cioè che il Governo cinese ha varato in questi giorni una norma che introduce un approccio più restrittivo per la valutazione degli investimenti all'estero, con valutazioni aggiuntive per gli investimenti sopra i 10 miliardi di dollari, nel caso in cui vengano fatti nel business core dell'investitore, invece, più tipicamente nel caso di una operazione che riguarda una squadra calcistica, vengono valutati gli investimenti che superano il miliardo di dollari per investimenti che sono fuori dal core business dell'investitore. Quindi il caso Milan non corrisponde in senso stretto alla normativa varata dal Governo cinese. Comunque per una operazione come questa non può essere fatta senza l'avallo governativo".

Secondo il prof. Noci comunque "la sensazione è che il tema sia diverso: la definizione della compagine". "Nel senso che sembra abbastanza evidente che il percorso seguito da Suning per l'acquisizione dell'Inter sia un percorso più lineare rispetto a quello seguito sul Milan. Nel caso di specie, sull'Inter c'è un investitore unico molto chiaro, Suning, molto autorevole nel contesto cinese, un grande player della distribuzione sia offline che online, che ha acquistato con una sua divisione i diritti tv della Premier League britannica per 600 milioni di sterline". Per quanto riguarda il Milan "evidentemente si scontano, invece, tutti quelli che sono i meccanismi di coordinamento tra i numerosi attori che sembrano essere coinvolti in questo tipo di operazione".

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