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Il Divin Codino compie 50 anni, Roberto Baggio spegne le candeline

16 febbraio 2017 | 13.31
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Il Divin Codino compie 50 anni. Roberto Baggio spegne le candeline in una festa ideale a cui partecipano generazioni di tifosi che per anni hanno sognato e gioito per le prodezze di uno dei talenti più cristallini mai sfornati dal calcio italiano. Baggio, il 10 per eccellenza, ha lasciato il segno su un'intera epoca del pallone tricolore, consacrandosi tra i più grandi mentre la rivoluzione tattica dettata dal Milan sacchiano imponeva il 4-4-2 e spingeva a mettere in discussione l'anarchico talento del fantasista. Proprio in una squadra allenata da Arrigo Sacchi, la Nazionale dei Mondiali '94, Baggio ha vissuto in 20 giorni un concentrato dell'intera carriera. Dal ''questo è matto'' con cui accolse la sostituzione decisa dal ct contro la Norvegia alla resurrezione contro la Nigeria, ai capolavori contro Spagna e Bulgaria prima dell'amaro epilogo in finale contro il Brasile: rigore, traversa, sconfitta.

Baggio ha vinto e perso, ha unito e diviso. Strappato alla 'sua' Fiorentina, ha vinto con la Juventus ma non ha vissuto da protagonista la prima trionfale era di Marcello Lippi in bianconero. Uno scudetto, il primo dopo 9 anni di digiuno della Vecchia Signora, e poi il passaggio al Milan con un altro scudetto. L'unicità di Baggio sta anche nella capacità di rimanere Divino in qualsiasi dimensione.

Non solo nelle big con le maglie a strisce, compresa la parentesi interista 1998-2000, ma anche in una memorabile annata bolognese o nel quadriennio di Brescia prima di appendere le scarpe al chiodo tra gli applausi di tutti. Un saluto che meritano solo i grandi.

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