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Spalletti: "Totti è un dono ma..."

27 maggio 2017 | 16.37
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(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

"Secondo me Totti è un dono che ci è stato fatto, un dono per quelli che amano questo sport e qui gli vogliamo tutti bene. Ogni tanto però viene usato per altri fini". Luciano Spalletti parla così di Francesco Totti, non facendo mancare qualche frecciatina ai media. "Il pensiero che mi lega di più a Francesco è quello della qualità del giocatore, della forza, della personalità quando entra in campo. Una qualità fondamentale per il calciatore. Quella più fondamentale di tutti è il carattere, è la qualità migliore e lui ce l’ha. Quando sei in una situazione dove tutti ti fanno sentire scomodo e tu fai vedere il contrario, che qui ‘comando io, datemi la palla sui piedi che ci penso io’. Un modo di togliere responsabilità agli altri calciatori. È diventata una qualità importantissima per i risultati della squadra", ha proseguito il tecnico della Roma sul capitano giallorosso.

"La cosa che mi ha dato fastidio? Nessuna. Ci sono stati dei momenti in cui non ho condiviso alcune sue prese di posizione. Essere capitano di una squadra, il leader, significa donare tutto quello che hai agli altri. Lui probabilmente lo avrebbe fatto e lo ha fatto, probabilmente. Ma agli altri non è arrivato lo stesso messaggio".

"È sempre stato messo davanti in qualsiasi performance, magari annullando la qualità di un altro calciatore. La Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti. Lui di titoli e successi ne ha portati a casa tanti. Bisogna che lui sappia far usare quei successi anche alla Roma, perché lui da solo non basta", sottolinea il tecnico toscano alla vigilia della sfida con il Genoa.

"Siamo qui, sennò, a dirci sempre le stesse cose, che la Roma non ha vinto niente. C’è dentro, se non ha vinto niente, anche il suo comportamento, nonostante i numeri importanti. Poi non mi si dica che ce l’ho con lui, però. Lui sbagliò in una stagione sei rigori di fila. Secondo me, un giocatore quando sbaglia tre calci di rigore, nonostante la sua personalità, se ne può parlare. Poi sento dire dai compagni ‘Se s’avvicina Francesco io non lo batto’. Questo è un sintomo di carattere, però poi dici che potrebbe tirarlo qualcun altro. Però magari l’altro non se la sente di dirgli lo tiro io il rigore. Essere leader significa essere tra di voi, ecco in quel momento lì questa cosa mi andò poco bene".

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