Una carriera, una maglia. Non sarà un trofeo da mostrare in bacheca, ma è un titolo di cui andare orgogliosi. Francesco Totti dice addio alla Roma e, contemporaneamente, al calcio. Il 40enne appende le scarpe al chiodo dopo 25 anni, tutti giallorossi. Mai, come in questo caso, si può parlare di bandiera che viene ammainata. Totti entra in un club ristretto, per non dire 'intimo', che comprende solo pochi grandi. Pochi fenomeni, capaci di legarsi per tutta la vita ad un'unica casacca in uno sport sempre più condizionato dal mercato 'perenne' e dagli ingaggi faraonici offerti nei campionati esotici.
Totti chiude l'avventura giallorossa durata 25 anni in un calcio completamente diverso rispetto a quello che ha assistito alle 'favole' di Giacinto Facchetti e Sandro Mazzola, Gigi Riva e Gianni Rivera, Gaetano Scirea e Giancarlo Antognoni. Un quarto di secolo è durato anche il sodalizio tra Paolo Maldini, altro totem del pallone, e il Milan. Dal 1984 al 2009 il difensore, che ha segnato un'epoca soprattutto sulla fascia sinistra, ha vinto tutto con il Diavolo, prima di congedarsi con una cerimonia dolce-amara: applausi da tutto il mondo, fischi da uno spicchio della 'sua' curva, scottata da alcune dichiarazioni sul tifo organizzato.
Sull'altra sponda di Milano, è finita nel 2014 la ventennale era nerazzurra di Javier Zanetti, arrivato dall'Argentina come la 'scorta' di Sebastian Rambert nel 1995 e diventato una colonna della storia dell'Inter. Due decenni e tante vittorie anche per il binomio Alessandro Del Piero-Juventus: Pinturicchio, a 38 anni, è stato accompagnato alla porta dalla proprietà della Vecchia Signora dopo la conquista dello scudetto 2011-2012. Il numero 10, però, non ha appeso le scarpe al chiodo e si è concesso un altro biennio sui campi. Prima in Australia, poi in India.
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