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Ventura: "Offerta dalla Cina? Mi lusinga ma sono il ct dell'Italia"

06 giugno 2017 | 20.24
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Il ct dell'Italia Gian Piero Ventura  - AFP
Il ct dell'Italia Gian Piero Ventura - AFP

"Offerta dalla Cina? Non c'è niente da spiegare, se è vero che c'è stato un interessamento è una cosa che mi lusinga, è una delle potenze economiche più importante nello sport, se fosse concreta sarebbe una cosa che mi lusinga moltissimo". Lo ha detto il ct dell'Italia, Gian Piero Ventura, sull'interessamento dalla Cina da parte di Suning per lui. "E' un dato di fatto che sono l'allenatore della nazionale italiana, che abbiamo iniziato un progetto che coinvolge un ricambio generazionale e credo che sia quasi una conseguenza logica quella di portarlo avanti. Si è discusso con la federazione di poter arrivare agli Europei con questi ragazzi, dare continuità a medio-lungo termine. Tutto il resto fa parte di questo mondo, lo accettiamo, ma la verità nuda e cruda è questa", ha aggiunto il ct azzurro.

"Abbiamo iniziato 8-9 mesi fa con un obbiettivo che era quello di andare al Mondiale, poi strada facendo gli obbietti si sono ampliati, anche se resta prioritario quello iniziale. E' evidente che rimane il primo, assolutamente quello della qualificazione al mondiale, ma c'è l'obbiettivo nascosto di essere la sopresa di questo Mondiale e ancora più nascosto quello di essere uno dei favoriti del prossimo Europeo. In questo contesto ho iniziato questo lavoro e mi è stato chiesto di fare una verifica per portarlo in fondo, è nella logica delle cose, non è ufficiale niente ma è questa è la strada su cui noi andremo", ha aggiunto Ventura, pronto a proseguire il suo accordo con la Nazionale azzurra.

"Sono stato chiamato solo perché andava via Conte, io vengo sempre dopo Conte... Quando sono stato chiamato avevo due anni di contratto con il Torino e c'erano tre quadre, di cui due importanti che mi avevano contattato. Mi è stata offerta la panchina della nazionale ed ho avuto dieci secondi di riflessione e poi non ho avuto dubbi, davanti alla panchina della nazionale, per uno come me che non aveva mai avuto la possibilità di giocarsi lo scudetto, era una gratificazione e un incentivo. Mi sono buttato a capofitto in questa avventura con un desiderio folle. Sono orgoglioso di allenare la nazionale e di rappresentare l'Italia e non ho in questo momento il minimo dubbio di portare avanti questo discorso".

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