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Calcio: Preziosi, stadio zona franca, Genoa-Siena sconfitta anche per Stato

28 giugno 2017 | 15.12
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Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi
Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi

"Lo stadio è diventato zona franca, si può offendere e fare di tutto perché si sa che se ne esce in qualche modo puliti e questo è l'aspetto che mi preoccupa di più. Le persone normali hanno paura di andare allo stadio e molto spesso non portano i bambini". Lo ha detto il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, durante la sua audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia. "Sono dei delinquenti e quando i risultati non arrivano si coglie l'occasione per contestare anche violentemente, si ergono a paladini ma fanno azioni delinquenziali", ha aggiunto Preziosi prima di ricordare il caso di Genoa-Siena del 2012.

"Questa gente -ha evidenziato- non meritava solo un daspo ma la galera, perché hanno commesso diversi reati, ma poi ci siamo trovati nella condizione di consegnare le maglie, una cosa vergognosa e umiliante. Questa è una sconfitta e un'umiliazione anche per lo Stato che difficilmente si può cancellare, gli hooligans quando vengono in Italia fanno quello che non possono fare a casa loro. Bisogna dare un segnale perché tutto questo può sfociare anche in altri canali, bisogna stroncarlo fin da subito con esempi molto chiari. Allo stadio si deve vedere la partita, ma bisogna mettere in galera la gente che delinque".

Alla domanda del senatore del Pd Stefano Esposito sullo stato d'animo dei calciatori rossoblù dopo la consegna delle maglie agli ultras, Preziosi ha risposto che "non c'è alcun dubbio che nessuno di loro lo abbia fatto con piacere, sono stati costretti".

Il numero uno del club rossoblù ha poi spiegato di non essere a conoscenza di ulteriori pressioni da parte degli ultras alla squadra dopo quell'episodio: "A me non risulta, solo che tutti erano molto tristi per questa cosa. Poi se succede qualcosa, fa parte di quel mondo un po' omertoso in cui non si riesce a entrare".

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