"Se non mi chiamassi Cristiano Ronaldo non sarei qui". Così, secondo quanto appreso dal quotidiano spagnolo As, la star portoghese del Real Madrid si sarebbe rivolta al giudice istruttore del tribunale di Pozuelo de Alarcon nel corso del suo interrogatorio avvenuto questa mattina.
CR7, imputato per una presunta evasione fiscale di 14,7 milioni di euro, è stato ascoltato per un'ora e mezza e al termine dell'interrogatorio ha lasciato il tribunale in auto passando direttamente dal garage e senza quindi rilasciare dichiarazioni alla folla di giornalisti che lo attendeva.
Al giocatore che avrebbe sostenuto di essere finito nei guai solo a causa della sua popolarità, il giudice avrebbe risposto: "Non si confonda, come lei si sono sedute qui altre persone anonime. Lei è perseguito e indagato per un presunto reato fiscale in base alle prove fornite dall'accusa e sulle quali sarà la giustizia a decidere". Il giocatore però avrebbe insistito: "No, tutto questo succede perché io sono Cristiano Ronaldo".