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Tavecchio alle corde

20 novembre 2017 | 12.34
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Afp
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Resa o resa dei conti, oggi la partita più lunga del calcio italiano si gioca in Figc dove da questa mattina è convocato il Consiglio federale che deciderà le sorti di Carlo Tavecchio. Dopo la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali 2018, il presidente è sotto pressione da più parti: stampa, tifosi, addetti ai lavori, ma nonostante le notti insonni e le sollecitazioni a lasciare, Tavecchio sembrerebbe determinato a restare in sella e chiedere ancora fiducia.

CONTRO DI LUI - Ma dalla parte del numero uno di via Allegri ormai restano in pochi. Il primo a chiedere a Tavecchio di fare un passo indietro è stato Damiano Tommasi. Per il presidente del sindacato dei calciatori bisogna ripartire da nuove elezioni. Dello stesso avviso l'ex presidente Figc Giancarlo Abete, dimessosi insieme al ct Cesare Prandelli dopo la debacle di Rio 2014: "Chiederò al presidente Tavecchio di fare un passo indietro e di dare le dimissioni con un atto di responsabilità", ha confermato al suo arrivo in Figc. Appello condiviso dal presidente del Coni Giovanni Malagò. Con il venir meno anche del sostegno della Lega Pro di Gabriele Gravina e l'incertezza di un voto compatto da parte della Lega Nazionale Dilettanti di Cosimo Sibilia (anche se, assicura lui, "non ho notizie di spaccature al nostro interno"), il numero uno di via Allegri può contare solo sull'appoggio del vicepresidente federale e presidente di Asso Allenatori, Renzo Ulivieri.

RINVIO TATTICO - Proprio per questo Tavecchio potrebbe essere tentato di chiedere un rinvio. Con le serie A e B attualmente commissariate infatti il presidente potrebbe non avere più i numeri. L'ipotesi però è malvista dal ministro dello sport Luca Lotti che ha avvertito: "Attendere la nuova governance di Lega A e B? Sarebbe un prendere tempo, bisogna decidere. Mi aspetto che si faccia una riflessione che tutti ci auguriamo".

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