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Chi era Mondonico

29 marzo 2018 | 09.57
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(Fotogramma)
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Contro 'la Bestia', come la chiamava lui, ha lottato come un leone per sette anni. Usando la stessa forza e tenacia mostrata in panchina. Il coraggio per affrontare le grandi sfide, del resto, non è mai mancato ad Emiliano Mondonico, morto oggi all'età di 71 anni. Sin dalla Cremonese, che riportò in Serie A dopo ben 54 stagioni. O nell'Atalanta, dove viene ingaggiato nella stagione 1987-1988, ottenendo subito la promozione in massima categoria. E poi la gloriosa stagione del Torino, traghettato sempre più alto, inanellando un successo dietro l'altro, fino a sfiorare la Coppa Uefa, persa per un soffio ad Amsterdam.

I PRIMI SUCCESSI - Nato e cresciuto a Rivolta d'Adda il 9 marzo del 1947, da calciatore Mondonico indossa la maglia di Cremonese, Torino, Monza e Atalanta, durante tutti gli anni Settanta, per poi chiudere la carriera alla Cremonese. I panni di allenatore, Il Mondo inizia a vestirli nel 1979, come tecnico delle giovanili della Cremonese, quando gli viene affidata la prima squadra grigiorossa nel corso del campionato di Serie B 1981-1982. Rimane al timone della squadra fino al 1986, e nella stagione 1983-84 riesce a compiere un miracolo: fare tornare in A i lombardi dopo 54 stagioni. Dopo l'immediata retrocessione in B del 1984-1985, passa al Como, con il quale ottiene un nono posto in A.

ATALANTA E TORINO - Nella stagione 1987-1988 viene ingaggiato dall'Atalanta, in B, ottenendo subito la promozione in massima categoria. Nelle due stagioni successive ottiene un sesto e un settimo piazzamento in A, con la qualificazione alla Coppa Uefa. Ma sono gli anni '90, quelli del Torino, a consacrarlo come uno dei migliori allenatori italiani. Tra il 1990-1991 e il 1993-1994 siede sulla panchina dei granata, in Serie A, ottenendo i migliori risultati della sua carriera. Indimenticabile, durante gli anni del Toro, la protesta ad Amsterdam nella finale di Coppa Uefa 1991-1992, quando, in segno di protesta verso l'arbirtaggio iniziò ad agitare una sedia in aria. Episodio che gli vale la squalifica per una giornata che non ha mai scontato.

LA RETROCESSIONE CON IL NAPOLI - Nel 1992-93, sempre con il Torino, Mondonico solleva la Coppa Italia, nonostante 3 rigori contro nel ritorno della finale in casa della Roma. Tornato all'Atalanta nel 1994-95, riporta in A i bergamaschi, fino alla finale di Coppa Italia 1995-96, persa contro la Fiorentina. Nel 1997-98 la squadra nerazzurra cade in B e l'anno seguente, di nuovo al Torino, ottiene una nuova promozione in A. Forse l'unica nota stonata della sua brillante carriera la retrocessione in B del Napoli, nel 2000-2001. Dopo essersi seduto sulla panchina del Cosenza, passa alla Fiorentina, con la quale ottiene nel 2003-04 la quinta promozione in A della sua carriera. Esonerato dopo le prime giornate del campionato 2004-2005 per contrasti con la società, partecipa per oltre un anno come opinionista in televisione a diverse trasmissioni sportive.

L'ALBINOLEFFE - Nel 2006 Mondonico viene scelto dall'Albinoleffe in Serie B e ottenuta la salvezza, rimane al timone della squadra azzurro-celeste fino a quando, dopo 21 anni torna alla Cremonese. Tornato in seguito a guidare l'AlbinoLeffe il 29 gennaio 2011 è costretto a lasciare temporaneamente la panchina per un tumore all'addome, affidando la panchina al suo vice Daniele Fortunato. In una conferenza stampa del 13 giugno, il tecnico annuncia di dovere temporaneamente lasciare le sue attività lavorative e sottoporsi a ulteriori cure per i problemi di salute che già lo avevano portato all'operazione del gennaio 2011, risultata però non risolutiva ai fini di una definitiva guarigione.

GLI ULTIMI ANNI - Nel 2012 arriva al Novara, subentrando ad Attilio Tesser. Esonerato dopo poche partite dal luglio 2014, è stato l'allenatore dell'Equipe Lombardia. Dopo la guarigione dal tumore è stato poi opinionista e ospite di varie trasmissione calcistiche.

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