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Letteratura

Letteratura: 100 anni fa nasceva Saul Bellow, raccontò l'uomo moderno

07 giugno 2015 | 12.21
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Da 'L'Uomo in bilico' fino al suo capolavoro assoluto 'Herzog', vinse il Pulitzer con 'Humbold's Gift'

Saul Bellow negli anni '90 alla Boston University (Foto Keith Botsford)
Saul Bellow negli anni '90 alla Boston University (Foto Keith Botsford)

I suoi erano personaggi ironici, nevrotici, con una grande modernità, capaci di raccontare l'America e il suo stile di vita senza perdere di fascino né di spessore o profondità. Cento anni fa, precisamente il 10 giugno 1915, nasceva a Lachine, in Canada, il poeta e scrittore Saul Bellow, scomparso il 5 aprile 2005. Di origini ebraiche (i genitori erano di San Pietroburgo), traspose nella sua opera la sua ricerca delle risposte alle grandi domande della vita. I suoi personaggi rappresentano quasi tutti le nevrosi della società moderna, ponendosi quegli interrogativi e sprofondando in quelle crisi tipiche di chi non riesce ad adattarsi al contesto in cui vive.

Da 'L'Uomo in bilico' ('Dangling Man', 1944) il suo primo romanzo, in cui il protagonista si distacca dal dinamismo tipico dei suoi connazionali e, mentre attende di essere chiamato in guerra, si pone una serie di domande esistenziali, ad 'Herzog' (1964), il romanzo di natura epistolare considerato il suo capolavoro. In esso, il protagonista è un professore ebreo di mezza età che entra in crisi e, dopo due divorzi e una serie di disavventure, decide di sfogare le proprie angosce e frustrazioni esistenziali scrivendo una serie di lettere indirizzate a vari personaggi, tra cui amici, il presidente degli Stati Uniti, Dio e se stesso.

Nel 1975 vinse il Premio Pulitzer per il romanzo 'Humboldt's Gift' e nel 1976, dopo aver pubblicato le memorie di viaggio 'To Jerusalem and Back', si trovò a ritirare, con sua grande sorpresa, a Stoccolma il Premio Nobel per la Letteratura. Affascinante, e considerato un donnaiolo, ebbe quattro matrimoni, tre divorzi, tre figli (uno per ogni donna che sposò), ma non smise mai di credere nella forza dei sentimenti. E' celebre la sua frase: "Chi è privo di ideali sociali a vent'anni è senza cuore, chi permane collettivista ancora a quaranta è senza cervello".

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