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11 settembre. Picolli, l'uomo che cerca i nomi delle vittime italiane. "mantengo viva la memoria"

09 settembre 2021 | 17.23
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C'erano almeno 218 vittime italiane e italo americane nelle Torri gemelle. Lo sappiamo grazie a Giulio Picolli che ha raccolto i loro nomi, letti ogni anno al Consolato di New York. Ma la lista continua purtroppo ad allungarsi. "Voglio mantenere viva la memoria della nostra comunità". spiega all'Adnkronos.

L'attentato dell'11/9 alle Torri gemelle di New York
L'attentato dell'11/9 alle Torri gemelle di New York

C'erano almeno 218 italiani e italo-americani fra le vittime dell'attentato alle Torri gemelle dell'11 settembre 2001. Lo sappiamo grazie a Giulio Picolli, un italo americano che ha dedicato gli ultimi vent'anni della sua vita a questa impresa. E sono i nomi da lui raccolti che ad ogni anniversario vengono letti in una cerimonia al Consolato generale di New York.

"Sono un semplice cittadino che si è arrabbiato, voglio mantenere viva la memoria della nostra comunità", ha detto Picolli all'Adnkronos, raccontando come maturò il suo progetto. Tutto iniziò la sera del 13 settembre, due giorni dopo l'attentato, mentre guardava un notiziario italiano. Un noto presentatore di un programma disse "meno male, che non vi sono state vittime italiane". A Picolli "caddero le braccia". "Noi siamo il 35% della popolazione dell'area metropolitana di New York, era logico pensare che in una simile tragedia il 30-40% delle vittime fosse di origine italiana", puntualizza.

Dopo una prima telefonata di protesta, Picolli decise di raccogliere i nomi. Dalle autorità, americane e italiane, non ha avuto nessuno aiuto, in nome della tutela della privacy. Così si è messo al lavoro da solo, partendo dall'elenco delle vittime con le loro storie che aveva pubblicato il New York Times. Una prima selezione ha individuato 480 nomi che potevano sembrare italiani, poi è sceso a 186 la cui origine era certa. In alcuni casi si è aiutato con i nomi dei figli e dei genitori che apparivano negli annunci mortuari.

Mano a mano che il lavoro di Picolli diventava noto fra gli italiani di New York, grazie anche alla lettura dei nomi al consolato, sono stati i parenti delle vittime a segnalare i loro cari. Per il ventesimo anniversario dell'attentato, Picolli ha fatto stampare un piccolo libro con i nomi raccolti, arrivati a 215. Ma nel frattempo ne sono arrivati altri tre, fra cui una poliziotta registrata col cognome non italiano del marito. E così si arriva a 218.

"Una volta, anni fa, terminata la lettura dei nomi al consolato, presenti l'ambasciatore Gianni Castellaneta e Massimo D'Alema che era in visita, una signora si fece avanti gridando: 'mio figlio dov'è?' e poi svenne", racconta Picolli. "Due giorni dopo sono andato a casa sua a chiederle perdono, anche se non era colpa mia". E così è stato aggiunto anche il nome del figlio, Angelo Sereno.

Picolli conosce tante storie di chi non c'è più. Quella di un ex poliziotto, Giovanni Spataro, che gli ha chiesto aiuto per trovare la tomba del figlio morto nelle Torri. La nuora non glielo ha mai rivelato e purtroppo la legge era dalla sua parte. Oppure del giovane elettricista di una famiglia di immigrati siciliani di Brooklyn che stava aggiustando l'aria condizionata sul tetto di una delle due Torri. Dopo lo scoppio dell'incendio provocato dall'impatto degli aerei dei terroristi, si era messo ad aiutare i pompieri, perché il suo sogno era fare il vigile del fuoco, e non ha più fatto ritorno. "Nel 2007 sono stato da sua madre a Brooklyn, la casa sembrava una chiesa con le candele accese davanti all'immagine del figlio", racconta commosso Picolli.

Ma è solo quando gli viene chiesto se anche lui ha perso una persona cara, che Picolli racconta il suo dolore personale. Perché nelle Torri è morto anche il suo figlioccio Luigi Gino Calvi, 34 anni, che lavorava in un'importante banca d'affari. "Giggetto" era cresciuto con i suoi bambini perché era figlio di amici fraterni, emigrati come lui da Napoli nella metà degli anni sessanta.

Sabato al consolato si terrà, come ogni anno, una cerimonia davanti alla scultura che ricorda le vittime. Un monumento alla memoria che Picolli ha fortemente voluto, chiedendolo pubblicamente all'allora presidente della Camera Pier Ferdinado Casini, in occasione di una sua visita. Verranno letti i nomi e Picolli, che è "Coordinatore delle vittime italiane dell'11 settembre", distribuirà dei cofanetti con distintivi della polizia di New York, personalizzati con i nomi delle vittime, che recano la scritta 'Never Forget 2001-2021'.

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