All'Adnkronos il racconto di tre sopravvissuti: Sonia, Marina e Giuseppe
di Francesco Saita - Una valigia carica di tritolo esplosa in una delle stazioni più affollate d'Italia. Ottantacinque morti, 200 feriti, panico e distruzione. Esattamente 35 anni fa, il 2 agosto del 1980, a Bologna una delle pagine più oscure della storia del dopoguerra. Un eccidio senza precedenti, in cui al sangue si mescola l'intrigo e il dramma di una verità di cui mancano pezzi. Per la strage di Bologna sono stati condannati in via definitiva i neofascisti Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. I mandanti dell'attentato non sono mai stati chiariti e nuove piste continuano a spuntare continuamente: Bologna resta uno dei misteri italiani.
Nel capoluogo emiliano domenica 2 agosto arriverà il presidente del Senato Pietro Grasso, che parlerà in piazza delle Medaglie d'oro, mentre per il governo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, sarà in Comune, per le celebrazioni.
Quella della commemorazione del 35esimo anniversario della strage sarà l'occasione da parte dei familiari delle vittime di sottolineare ancora una volta la questione relativa ai risarcimenti promessi e alla piena applicazione della direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti relativi alle stragi. E infine la richiesta per l'approvazione in Parlamento del reato di depistaggio.
Il ricordo di chi c'era - A raccontare con l'Adnkronos quel 2 agosto del 1980, Sonia Zanotti, l'ex bambina prodigio dello sci, Marina Gamberini, unica sopravvissuta tra le ragazze della Cigar e Giuseppe Soldano, il ragazzo con lo skateboard.