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Sanità: la denuncia, 2 mld euro dal Sud verso Nord in viaggi della speranza

10 luglio 2014 | 14.20
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Sanità: la denuncia, 2 mld euro dal Sud verso Nord in viaggi della speranza

(Adnkronos Salute) - Nel corso del 2012 sono stati oltre 770 mila gli italiani ricoverati in una Regione diversa da quella di appartenenza. "Circa 2 miliardi di euro nel 2012 è il saldo dei 'viaggi della speranza' che continuano a convogliare risorse dal Sud verso il Nord, depauperando la sanità delle Regioni meridionali, con un impatto drammatico, umano ed economico, per i pazienti oncologici e le loro famiglie". E' la denuncia delle associazioni dei pazienti che oggi a Roma nel corso di un Forum istituzionale presentano il Manifesto per i diritti dei pazienti oncologici promosso da Salute Donna onlus insieme ad altre nove associazioni per accendere i riflettori sulle difformità tra le Regioni nell'assistenza. E dall'incontro arriva allarme per due novità legislative in arrivo.

A preoccupare i pazienti ci sono da un lato, la riforma del Titolo V della Costituzione, una delle riforme costituzionali presentate dal Governo Renzi in questi giorni all’esame del Senato, che non prevede un forte ruolo di indirizzo del Governo centrale in materia di Sanità e rischia di legittimare le attuali differenze tra le Regioni. Dall’altro lato, la recente entrata in vigore della direttiva europea 2011/24/Ue, che riconosce ai cittadini europei il diritto di curarsi in qualsiasi Paese dell’Unione e che a giudizio dei pazienti è stata recepita senza prevedere alcun sostegno per le spese di viaggio, favorendo un flusso migratorio dall’Italia verso altri Paesi europei solo a vantaggio delle fasce sociali ad alto reddito.

"Abbiamo deciso di mobilitarci perché continuiamo a riscontrare troppe, inaccettabili differenze nella qualità dell’assistenza sanitaria da Regione a Regione – afferma Anna Maria Mancuso presidente di Salute Donna onlus, promotrice dell’iniziativa insieme ad altre 9 associazioni – in alcune realtà bisogna scegliere se accontentarsi di un’assistenza sanitaria non adeguata e non tempestiva, mettendo a rischio le chance di sopravvivenza, o se affrontare spese ingenti o addirittura indebitarsi per andarsi a curare altrove. Tutto questo è ingiusto e inaccettabile ed è in palese contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione che sanciscono l’uguaglianza dei cittadini e la salute come diritto.

Il divario tra Nord e Sud, alla base della migrazione sanitaria, è uno degli aspetti strutturali del Servizio sanitario italiano che, pur piazzandosi ai primi posti nei principali indicatori internazionali da decenni, non riesce a gestire le carenze reali e percepite nell’assistenza che colpiscono soprattutto le Regioni meridionali. Il Nord assorbe il 55,1% della mobilità attiva: all’opposto, al Sud tutte le Regioni, tranne il Molise, hanno un saldo negativo. Complessivamente le risorse mobilitate per le cure extra-regione nel 2012 sono state pari a circa 4 miliardi di euro. Il saldo finale è di circa 2 miliardi di euro e si tratta per lo più di risorse che si sono spostate dalle Regioni del Sud a quelle del Nord incrementando il divario e la capacità di recupero del Sud.

Risorse destinate in particolare per interventi di alta specialità: i ricoveri in mobilità hanno un costo medio di circa 5.200 euro contro un costo medio dei ricoveri di 3.500 euro. E sono drammatici i numeri in alcune Regioni, in particolare per i tumori. "In Calabria il fenomeno della migrazione sanitaria è particolarmente grave: solo il 40% dei pazienti oncologici viene curato nella Regione mentre oltre il 60% è assistito in altre Regioni, soprattutto Lombardia e Lazio, seguite da Sicilia ed Emilia Romagna", afferma Sergio Abonante, direttore della chirurgia senologica dell'azienda ospedaliera di Cosenza.

Sono in primo luogo gli specialisti oncologi a confrontarsi con l’impatto della migrazione sanitaria su migliaia di pazienti. E a penalizzare i malati può essere non solo la Regione di residenza, ma anche il tipo di tumore: i pazienti italiani con tumori rari, che richiedono competenze di eccellenza concentrate in pochi Centri, sono quasi sempre costretti a un viaggio della speranza. "La migrazione sanitaria dei pazienti con tumori rari è un fenomeno molto importante", afferma Paolo Casali, responsabile dell'oncologia medica dei tumori mesenchimali dell’adulto, Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori, Milano. "Per arginare e contrastare la migrazione sanitaria, è stata costituita la Rete dei Tumori Rari, basata sulla collaborazione delle strutture che mettono in condivisione le risorse per i Centri che non ne hanno. L’obiettivo è di mantenere il paziente vicino casa".

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