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Scuola: a Recanati flash mob Bussetti e studenti per 200 anni de 'L'Infinito'

28 maggio 2019 | 14.04
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Recanati. Lettura collettiva 'L'Infinito'
Recanati. Lettura collettiva 'L'Infinito'

Duecento anni senza sentirli. Sano oltre 2.800 gli studenti che questa mattina hanno partecipato, insieme al ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Marco Bussetti e Olimpia Leopardi, a una lettura collettiva de “L’infinito”. L'appuntanento nella Piazzuola del Sabato del Villaggio, su cui affaccia la casa di Giacomo Leopardi, e lungo tutto il centro storico di Recanati, città natale del poeta per la lettura collettiva della poesia.

"Ho fortemente voluto queste celebrazioni perché rendere omaggio a Leopardi e al suo idillio più famoso significa rendere omaggio all'Italia, alla nostra civiltà, alla nostra cultura e tradizione. - ha detto Bussetti dal palco della Piazzuola del Sabato del Villaggio davanti agli studenti - Ricordare vuole dire letteralmente 'riportare qualcosa nel cuore': 'L'Infinito' è parte di noi, non in senso astratto intellettuale, ma proprio perché ci parla del nostro modo di esistenza in quanto esseri umani, rappresentando la nostra condizione sospesa tra 'miseria e nobiltà' come disse Pascal".

"L''Infinito' è un punto di riferimento imprescindibile nel percorso formativo che i nostri giovani portano avanti da generazioni nell'iter scolastico. - ha proseguito Bussetti - Abbiamo indetto il concorso 'Il Mio Infinito' proprio per testimoniare che questa poesia ci proietta nella dimensione filosofica fondamentale per noi uomini, che è quella dell'Infinito. Tutta la cultura occidentale può essere inquadrata come un poderoso sforzo di comprendere l'infinito, il Problema, la Domanda che ci assilla da secoli. Poesia, filosofia, letteratura, scienza, matematica, fisica, ognuna con il linguaggio che la caratterizza, tentano di spiegare e dare forma a questa idea".

'L'accezione di infinito nella percezione comune di oggi è l'assenza di limiti e misura dal punta di vista etico, dei costumi e del desiderio'

"Leopardi fu un genio, e come tale ci parla ancora, è nostro contemporaneo. Il genio si manifesta nella gloria immortale delle sue opere. Come affermava già Platone nell'arte l'uomo si eternizza: portando ad espressione il Bello l'uomo lascia nel mondo un'impronta eterna di sé che si tramanda ai posteri. - ha continuato Bussetti - I geni come Leopardi, e come lo sono stati Dante, Giotto, Michelangelo, Leonardo, segnano lo Spirito di un'intera civiltà e permangono per sempre nell'immaginario culturale collettivo e comunitario. Esprimono a pieno un'epoca storica e al tempo stesso la superano grazie alla bellezza cui danno vita".

"Nella bellezza artistica l'uomo intuisce la propria libertà. Poiché educare significa educare alla libertà, formare individui che siano autonomi mediante l'esercizio del pensiero critico, è decisivo per il futuro democratico del nostro Paese salvaguardare lo studio delle materie umanistiche e della poesia in particolare. Dobbiamo riportare l'uomo al centro delle nostre azioni e della vita del pianeta contro l'assoluta tecnicizzazione imperante: la forza dell'uomo è quella di creare, 'partorire nel bello' per rimanere in tema platonico.

"L'accezione di infinito che oggi prevale nella percezione comune è quello dell'assenza di limiti e misura dal punta di vista etico, dei costumi e del desiderio. Recuperare l'ispirazione de 'L'Infinito', ci consente di comprendere che è possibile pensare diversamente: non siamo Dio, ma uomini limitati, che in quanto finiti tendiamo strutturalmente all'infinito, a trascendere la nostra finitezza. - ha concluso ancora il ministro dell'Istruzione - Il poeta dipinge infatti contemporaneamente la necessità della finitezza in cui l'uomo è costretto a vivere e l'insopprimibile anelito ad andare oltre di sé. Il pensiero, facendo esperienza del finito, 'quest'ermo colle', 'questa siepe', attiva la sua facoltà di immaginare quell'infinito, che è sì 'profondissima quiete', ma anche immensità che fa paura e fa tremare".

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