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D'Alema: "Sbagliai a succedere a Prodi ma non ci fu alcuna trama"

12 febbraio 2014 | 09.17
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D'Alema:

"Io accettai" di diventare presidente del Consiglio dopo Romano Prodi. "Fu un errore. Ho già avuto modo di riconoscerlo. Non perché avessi tramato contro qualcuno, al contrario avevo cercato fino all'ultimo di sostenere il governo Prodi. Ma perché avevo sottovalutato l'incomprensione che questa vicenda avrebbe generato nel nostro stesso popolo e il peso di una campagna di delegittimazione che da subito Berlusconi mise in atto. E che ben presto trovò una eco, carica persino di rancore e di menzogne, anche nel nostro campo". Lo dice Massimo D'Alema in un intervento sul 'Corriere della Sera', anche per rispondere a chi traccia un parallelo tra quella vicenda e un'eventuale staffetta tra l'attuale premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi.

Anche se, precisa il presidente di Italianieuropei, "è evidente che la vicenda che ho rievocato non ha nulla a che vedere con le dispute correnti. C'è una nuova generazione al comando, si prenda le sue responsabilità, lasciando perdere i rancori e le menzogne del passato. Non chiedo altro. Spero che almeno questo lo si possa ottenere".

D'Alema torna quindi su quanto avvenne nel 1998, per raccontare fatti "incontrovertibili e confermati da testimoni e osservatori non faziosi. Temetti che il governo Prodi potesse trovarsi in difficoltà, e mi parve naturale cercare il sostegno di Cossiga per salvare l'esecutivo. Riuscii, alla fine, a ottenere la disponibilità a un voto favorevole, a un'unica condizione: che Prodi si rivolgesse esplicitamente alle forze che avevano votato a favore del Dpef per chiedere loro, coerentemente, un sostegno alla legge finanziaria. Informai Prodi, il quale rifiutò, anche su consiglio dei suoi collaboratori, ritenendo che il governo potesse comunque contare su una maggioranza attraverso l'apporto di singoli parlamentari. Purtroppo, il governo cadde, sia pure per un voto".(

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